Coronavirus

Covid, sfogo duro di Zangrillo: "Così l'Italia finisce rossa"

Anche il professor Roberto Burioni ha spiegato che nella fase iniziale cure come il cortisone sono inutili e pericolose

Covid, sfogo duro di Zangrillo: "Così l'Italia finisce rossa"

Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale San Raffaele di Milano, e Roberto Burioni, Professore Ordinario Microbiologia e Virologia Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Vita-Salute San Raffaele, sembrano essere concordi nel dire che utilizzare il cortisone nelle fasi iniziali di Covid-19 è controindicato, se non addirittura pericoloso.

Zangrillo e Burioni: "Attenzione al cortisone"

Il professor Zangrillo aveva scritto su Twitter: “La maggioranza degli accessi #Covid19 in pronto soccorso sono causati da terapie domiciliari assenti o sbagliate. Per l'abbandono del paziente e il cortisone alla prima linea di febbre, l'Italia va in rosso". Poco dopo è arrivato il commento del professor Burioni al post del collega, che ha ribadito il concetto spiegando che sono “fondamentali i vaccini e la prevenzione, ma non è tollerabile che molti medici curino i pazienti in maniera inappropriata e senza seguire le linee guida. È inspiegabile questa sbagliata e pericolosa mania di prescrivere cortisonici fin dalle prime fasi di COVID-19”. Importante quindi non somministrare ai pazienti terapie non solo inutili, ma che possono addirittura rivelarsi pericolose. Nelle fasi iniziali di Covid-19, secondo i due esperti, il cortisone non è assolutamente indicato.

Proprio ieri, IlGiornale.it ha affrontato l’argomento spiegando che nelle scorse settimane molti giovani si sono recati in ospedale a Bologna con sintomi anche gravi tanto che alcuni di loro sono pure finiti in terapia intensiva. Non per il virus in sé, ma per l’uso del cortisone a casa. E così è arrivata una circolare dall'ospedale Sant'Orsola di Bologna dove gli infettivologi della struttura ospedaliera accusavano i medici di medicina generale per la prescrizione del cortisone nelle fasi precoci della malattia. Terapia sbagliatissima, dato che un trattamento con cortisone iniziato entro 7 giorni dalla comparsa dei sintomi, favorisce la replicazione virale, e questo vuol dire che l’infezione anziché regredire aumenta, con conseguenze anche molto gravi.

Danneggia il sistema immunitario

Il cortisone maschera i sintomi dell’infiammazione e, senza accorgersene, il Covid continua tranquillamente la sua replicazione. Da una parte si crede quindi di stare meglio, mentre dall’altra in realtà il nostro sistema immunitario viene gravemente danneggiato. Anche perché, nei soggetti giovani il sistema immunitario dovrebbe senza problemi riuscire a vincere l’infezione, a meno che non vi siano patologie particolari pregresse. Nei giorni scorsi Zangrillo, aveva risposto al messaggio di una persona che chiedeva un consiglio per un familiare curato a casa e aveva anche fornito al professore la lista dei medicinali assunti dal parente. Zangrillo aveva scritto: "Varianti, Rt, contagi, colori, rinforzi, lockdown. Manca la cosa più importante: la cura corretta".

E aveva evidenziato in giallo l’errore più comune, ovvero la somministrazione di un cortisonico.

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