A Cesare Prandelli sta bene così. LItalia offensiva che pure non segna, il Cassano a sprazzi che però mette «cinque palle gol pulite pulite». Quanto alla determinazione a vincere e agli occhi di tigre alla Velasco, «quelli sono certo che li troveremo, perché vengono naturali quando vesti una maglia azzurra». La trasferta di Belfast regala al commissario tecnico il solito bicchiere, metà e metà. «Le critiche? Tutte legittime. Di solito se ce nè qualcuna a mio giudizio eccessiva, lascio i giornali e comincio a leggere un libro». E stavolta, nelle due ore e mezzo di volo verso lItalia, ha letto tutto il tempo il suo romanzo, rivela. «Siamo una squadra che deve ancora trovare meccanismi e automatismi. Però sono soddisfatto di questItalia offensiva. Non so se e quanto sia rivoluzionario, nella storia della nazionale: ma è il calcio come lo intendo io».
Glissa sul problema del centravanti («averne quattro e nessuno titolare non provoca problemi di pressione a chi gioca»), però sa quel che manca ancora: «Ci sono zone del campo in cui pensi di aver già fatto gol, e invece non ti puoi rilassare finché il pallone non è in rete», dice tornando alla mancanza di «cattiveria».
Il ct difende Cassano da qualche voto troppo severo.
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