Baffonero, un Merlot indimenticabile

È l’etichetta di punta di Rocca di Frassinello, l’azienda maremmana in joint venture tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite, che a Giuncarico, nel comune di Gavorrano, produce etichette che uniscono la cultura enologica toscana e quella di una delle più grandi firme del vino francese

Baffonero, un Merlot indimenticabile
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C’è molta Toscana e c’è un po’ di Francia nei vini di Rocca di Frassinello, cantina inaugurata nel cuore della Maremma nel 2007 dalla joint venture tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite, una delle più importanti firme del vino nel mondo. Un progetto che unisce le due grandi culture enologiche e che ha il suo palcoscenico nella collina di fronte al paese di Giuncarico, nel comune di Gavorrano, considerato da Paolo Panerai e dal barone Eric de Rotschild perfetto per impiantare i vigneti perché spettinata da una indefessa brezza di mare che leviga gli eccessi climatici sia in inverno sia in estate e riduce l’umidità e mitiga il clima sia d’inverno che d’estate. Cinquecento ettari di cui 83 vitati, nei quali si coltivano l’autoctono Sangioveto (clone di Sangiovese già selezionato a Castellare di Castellina), gli internazionali Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah e il bianco Vermentino.

Nascono così vini straordinari, tra i quali il Baffonero, che ho avuto l’opportunità di assaggiare di recente l’annata 2019, di recente uscita, scoprendo così perché è considerato dalla critica uno dei più grandi Merlot del mondo. Un vino che nasce dall’omonima vigna che giace su un terreno argilloso e ricco di scheletro e che fermenta in cemento e matura poi per ventiquattro mesi in barrique di rovere francese di primo passaggio e poi per dodici mesi in bottiglia. Il vino è rosso rubino intenso e si offre al naso ricco di piccoli frutti neri, molto vanigliato, leggermente tostato e balsamico. In bocca mostra classe immensa, grande complessità, struttura muscolare e una lunghezza garantita dalla sferzata di freschezza.

Gli altri vini di Rocca di Frassinello sono il “grand vin” Rocca di Frassinello, un 60 per cento di, Sangioveto e 20 ciascuno di Cabernet Sauvignon e Merlot, che abbina una poderosa forza a eleganza e intensità; il “cru” Rocca di Frassinello San Germano, ottenuto dalle migliori uve dei vigneti che dominano il poggio di San Germano, dove è stata rinvenuta l’omonima necropoli etrusca i cui reperti testimoniano che la vite su queste colline si coltivava già 3mila anni fa; Le Sughere di Frassinello, un 50 per cento di Sangioveto e il resto alla pari di Cabernet Sauvignon e Merlot, vino dai tannini morbidi e rotondi con un finale lungo e avvolgente; l’Ornello, l’unico vino aziendale ad avere nel blend anche una percentuale di Syrah; il rosso d’ingresso Poggio alla Guardia Vigne Alte, l’unico rosso aziendale a non sostare in barrique, ma comunque dalla personalità spiccata; il Rosato, uscito per la prima volta nel 2023, da uve Sangiovese al 100 per cento; il Rocca di Frassinello Bianco, un cru di uve Vermentino dalle vigne più vocate, che fa dieci mesi di contatto sui lieviti; e il bevibilissimo Vermentino “base”.

A occuparsi della fattura dei vini è di Rocca di Frassinello è Alessandro Cellai, enologo e vicepresidente esecutivo di Domini Castellare di Castellina, convinto che “il grande vino, prima che in cantina, si fa in vigna” e che perciò è pochissimo interventista.

Rocca di Frassinello è anche l’unica azienda al mondo che può vantare una cantina firmata dal grande architetto Renzo Piano che, sulla collina più alta dell’anfiteatro di Rocca di Frassinello, ha concepito un edificio elegante e di massima funzionalità, come deve essere per uno stabilimento produttivo, poco gestuale ma assai poetico, con la slanciata torre rossa visibile anche a distanza a dare dinamicità al progetto. Rocca di Frassinello conta anche una foresteria ricavata in un’ala della cantina, con quattro camere doppie e due appartamenti nei quali trascorrere una vacanza all’insegna della natura, del vino e del relax.

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