Cascina Romana, la Roma di Claudio Amendola si fa in due

Il noto attore ha aperto in via Sirtori, in zona Porta Venezia a Milano, un ristorante double face. Al piano terra la semplice osteria Frezza, che propone i classici della salace cucina capitolina, al primo piano Li Somari, che immagina una gita fuori porta in versione elegante. Entrambi i progetti sono curati da un punto di vista culinario dallo chef Adriano Baldassarre, già stellato

Cascina Romana, la Roma di Claudio Amendola si fa in due

Due locali in uno. Il tutto all’insegna della romanità più solare, quella che non smette di sedurre i milanesi, almeno da un punto di vista gastronomico. Questo è Cascina Romana al numero 34 in via Sirtori, in una sorta di vicolo chiuso nel cuore della movida di Porta Venezia che crea un’atmosfera da salotto urbano. L’ha aperto l’attore Claudio Amendola, accompagnato nel progetto da Andrea Caita per la parte imprenditoriale e da Adriano Baldassarre per la parte culinaria. E Baldassarre è un personaggio che a Roma e dintorni qualche pagina importante l’ha pur scritta negli ultimi due decenni: arrivò a portare una stella nella poco modaiola Zagarolo nel 2008 con il suo Tordo Matto, insegna che poi ripropose a Roma qualche anno dopo in una versione più metropolitana. Uno chef lunatico ma dalla mano notevole, che qui si dedica a un’interpretazione asciutta e molto soddisfacente dei piatti della cucina romana.

Dicevo quindi che Cascina Romana è un locale due-in-uno: al piano terra c’è Frezza, una trattoria romana verace, con un piglio amichevole e familiare; al primo piano c’è Li Somari, uno spazio un po’ più elegante dove gli highlights della cucina laziale sono interpretati in una chiave più creativa e contemporanea.

E partiamo da quest’ultimo: tovaglie bianche, apparecchiatura formale ma non troppo, sedie di legno, una grande cucina a vista protetta solo da una grande vetrata. I prodotti arrivano tutti da piccoli produttori della campagna romana. Il menu è da domenica fuori porta ma in abito buono. C’è un menu degustazione a 85 euro (La Magnata Fori Porta di Adriano Baldassarre) che comprende Pane caldo con hummus del giorno, olive cotte al forno e olio evo, Baccalà mantecato con crea di patate e tartufo, Polpette di coda alla vaccinara e sedano, Paleta de pata negra Cebo de Campo Blàzquez con pizza e tomato (una svisata ispanico-romana), Paccheri ai tre pomodori, limone e ricotta salata, Agnello (o altro animale da cortile disponibile con padellaccia di verdure e Millefoglie di lingue di gatto con crema pasticciera e caramello salato. Naturalmente c’è anche una carta a cui attingere e si resta in quel territorio tra vernacolo e linguaggi contemporaneo: Cipolla gratinata con funghi di pioppo e tartufi, Fiore di zucca ripieno di ricotta e Pane, burro, alici e datterini al forno, Fettuccine del cornuto con burro, parmigiano, limone e maggiorana, Tortelli di baccalà all’arrabbiata di mare piccante, Gnocchi ripieni di pollo alla cacciatora, Trippa alla romana, Supplì con le regaje di pollo, Coda di rospo in guazzetto autunnale, Polpettone con funghi misti saltati in padella, Abbacchio alla scottadito con cicoria ripassata e purè al tartufo. Tra i dolci Pane dolce, burro alla vaniglia, marmellata e gelato e Sgroppino al cedro. Un antipasto, un primo e un dolce vengono sui 50 euro. Con un secondo al posto del primo sui 60. Carta dei vini piuttosto ricca, con uno spazio privilegiato per i sottovalutati vini del Lazio e ricarichi decisamente onesti.

Al piano terra ecco invece Frezza. Che si propone come una trattoria svelta di cucina alla romana, con proposte anche street. Il menu in questo caso è molto composito. Ci sono le bombe fritte (cacio e pepe, alla trippa), i fritti alla romana (carciofi in pastella, supplì classici o con variazioni), la cosiddetta “cucina de coccio” (Carciofo alla romana, Polipetti alla luciana, Baccalà alla trasteverina), i primi della tradizione (che non dobbiamo certo elencarvi, spadroneggiano a Milano da anni), taglieri di salumi e formaggi, insalate, contorni, qualche pizza alla romana, ovvero bassa e croccante (tra le rosse la capricciosa, tra le bianche lo porchetta, tra le focacce la romanesca con misticanza, carpaccio di carciofi e scaglie di pecorino). Dolci tradizionali (Tiramisù, Crema catalana, qualche torta di giornata), ma la pasticceria non è mai stata il punto forte della cucina romana. Un fritto, un piatto principale e un dolce vengono sui 30 euro. La carta dei vini è chiaramente sovradimensionata rispetto a una proposta del genere ma risente in positivo della coabitazione con il più ambizioso locale al piano superiore. Naturalmente ci sono anche birre e soft drink. Un bar dispensa prima di cena buoni drink classici accompagnati da qualche sfizio dalla cucina. A pranzo un business lunch con pochi piatti (insalate, zuppe, un paio di piatti freddi e un primo) a prezzi da 10 a 14 euro.

Servizio

alla romana, quindi caldo e amichevole.

Frezza è aperto tutti i giorni a pranzo, aperitivo e cena. Li Somari è aperto dal martedì al sabato per l’aperitivo e la cena e il sabato e la domenica anche a pranzo. Tel. 022405242.

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