Erbaluce di Caluso, la luce dell’alba

Il vino bianco a Docg vanto del Canavese è prodotto in tre tipologie: la classica secca, lo spumante metodo classico e il passito, ciascuna con una forte identità. In una degustazione organizzata dal Consorzio di tutela e valorizzazione vini Caluso Docg e Carema e Canavese Doc alcune delle etichette più rappresentative del territorio

Erbaluce di Caluso, la luce dell’alba
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Un vino bianco luminoso e sottile, dal naso elegante di fiori di campo ed erbe aromatiche e dal sapore fresco e sapido, che così descriveva, nel 1600, Giovan Battista Croce, gioielliere di Casa Savoia: “Erbalus è uva bianca così detta, come Alba Lux (Alba luce), perché biancheggiando risplende: fa li grani rotondi, folti e copiosi, ha il guscio o scorza dura: matura diviene rostita e colorita e si mantiene sulla pianta assai”. Questo è l’Erbaluce di Caluso Docg, vanto dell’enologia del Canavese, e vino portabandiera dell’altro Piemonte, che ho avuto l’occasione di conoscere meglio conoscere nel corso di una degustazione online di alcune etichette, condotta dall’enologo Gianpiero Gerbi e da alcuni esponenti del Consorzio di tutela e valorizzazione vini Caluso Docg e Carema e Canavese Doc, che raggruppa le tre denominazioni del territorio. Un’occasione non solo per conoscere la tipologia più nota, quella ferma e secca, ma anche l’Erbaluce di Caluso Docg Spumante, che può essere prodotto soltanto come metodo classico, e l’Erbaluce di Caluso Docg Passito, realizzato a partire da uve lasciate per un periodo che varia dai tre ai cinque mesi nelle “passitaie”, distesi su graticci o appesi per il peduncolo.

Siamo partiti, com’è ovvio, dagli spumanti metodo classico, con due interessanti campioni. Di Tenuta Roletto con sede in Cuceglio abbiamo degustato la Gran Cuvée, un Erbaluce di Caluso Docg Metodo Classico Brut che affina sui lieviti per 24 mesi e ha un dosaggio di 8 grammi litro: il colore è giallo paglierino, il perlage fitto e consistente, il naso ha note floreali, di forno, di burro e in bocca l’acidità fa da giusto contraltare alla scalpitante freschezza. Di Cieck, nata nel 1985 in San Giorgio Canavese, abbiamo potuto conoscere il Nature, un vino senza compromessi: 48 ore di affinamento sui lieviti, nessun dosaggio, un naso ricco di fiori, erbe aromatiche, agrumi, note di pasticceria e una bocca possente per freschezza e sapidità. Notevole davvero.

Poi siamo passati all’Erbaluce di Caluso Docg, di cui io e i miei colleghi abbiamo assaggiato quattro etichette: partiamo da Cantine Crosio, la giovane realtà creata nel 2000 da Roberto Crosio, che lavora molto in cantina per rispettare al massimo le piante, la natura e l’espressione della stagione. L’Erbaluce di Caluso Docg Primavite 2023 è il primo vino realizzato da Roberto da viti di 15-30 anni a un’altezza variabile tra 320 e 350 metri. Fermenta in acciaio a temperatura controllata, affina sempre in acciaio sui propri lieviti per 5-6 mesi e poi riposa in bottiglia per sei mesi. Ha colore giallo paglierino luminoso, note di salvia e camomilla al naso che evolvono verso l’idrocarburo, bocca fresca e sapida. Dalla cantina Pozzo, piccola realtà familiare a Viverone, nel Biellese, arriva il Reirì 2023, un Erbaluce di Caluso Docg estremamente elegante, che mi ha colpito in particolare per il naso dai toni agrumati e per il sapore intenso e ben equilibrato. Poi è stata la volta della cantina Giacometto Bruno, che conta su meno di due ettari nel territorio di Caluso, e che produce un Erbaluce di Caluso Docg dal nome greco, Aὐτόχϑ∞ν, di cui ho assaggiato l’annata 2020, con note al naso di salvia, di rosmarino, di agrumi, di pesca matura e in bocca minerale e salino, lungo e persistente. Infine ecco un’etichetta della Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso, l’annata 2020 di Punto 75 (nome che richiama il primo anno di produzione), un vino ottenuto utilizzando lieviti indigeni su cui matura per 10-12 mesi e che ha colore giallo paglierino, sentori agrumati, di erbe officinali e sfumature balsamiche e al palato si presenta rotondo e complesso.

Infine la tipologia Erbaluce di Caluso Passito Docg, con due etichette: da Orsolani il Sulè, dal colore è dorato carico con richiami aranciati di un sole al tramonto, profumo di albicocche e fichi bianchi maturi, liquirizia, zafferano, spezie e in bocca è grasso e con la giusta freschezza per spalleggiare la dolcezza. Da Tappero Merlo ecco invece Bohémien, un Erbaluce di Caluso Docg Passito dell’annata 2019, reduce da un lungo affinamento in botti di rovere.

Un vino a tratti grandioso, dal bel colore ambrato, dal naso che è un cassetto di delizie come erba essiccata, frutta secca, spezie nobili, miele millefiori. Bocca calda e avvolgente con una particolare freschezza e di buona sapidità a equilibrare le inevitabili componenti morbide.

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