Retrogusto

La Genisia, la casa del Pinot Nero

L’azienda del gruppo Torrevilla è una piccola ma dinamica cooperativa sociale nel cuore dell’Oltrepò Pavese, che conduce un progetto rigoroso di zonazione del territorio che consente di esprimere al meglio le sfumature di questo difficile vitigno, sia nelle etichette di metodo classico sia in quelle ferme

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Negli anni dell’esplosione del Pinot Nero come vitigno rosso più adatto a interpretare le nuove tendenze del vino mondiale (più verticalità, meno opulenza), l’Oltrepò Pavese – che di questo vitigno è la casa naturale in Italia - ha trovato in esso motivo di rilancio, dimenticando decenni di trascuratezza e progetti scarsamente ambiziosi.

Una delle cantine simbolo di questo rinascimento oltrepadano è la Genisia, giovane piccola cooperativa appartenente al gruppo Torrevilla che nei 70 ettari vitati complessivi sparsi nel comune di Codevilla e nei dintorni porta avanti con determinazione l’idea di creare un prodotto di eccellenza attraverso un dialogo incessante tra cantina e viticoltori e un’interpretazione intelligente delle tradizioni innervate da metodi scientifici e da una imprescindibile attenzione all’ambiente.

I 70 ettari di vigneti – tutti coltivati con il sistema d’allevamento Guyot, il migliore per adattamento ai 250/300 mt di altitudine e alla pendenza tipica del territorio collinare dell’Oltrepò Pavese - sono sottoposti a una continua attività di analisi e ricerca dei terroir grazie a un grande progetto scientifico di zonazione realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e portato avanti dall’enologo Simone Fiori con il professor Leonardo Valenti. Un monitoraggio meteorologico continuo, ottenuto grazie all’installazione in luoghi strategici di sei centraline, ha consentito di raccoglierei dati pedologici in un manuale in continuo aggiornamento a uso di tutti i vignaioli, che consente di conoscere ogni vigna in base a origine e composizione chimica del suolo, umidità, esposizione al sole, pendenza, temperatura e piovosità. In questo modo è più facile per il produttore rispettare la vocazione di ogni parcella e definire i metodi colturali da impiegare per ricavare solo la miglior uva in una filiera completamente tracciabile, dalla vigna alla bottiglia, e in fin dei conti per produrre il meglio con la materia prima a disposizione. Fine ultimo di questo lavoro imponente è fare sì che la varietà dei passaggi dell’Oltrepò rechi alle etichette una ricca gamma espressiva sempre all’insegna dell’equilibrio e dell’armonia raggiungibile solo con il tempo.

Naturalmente al centro del progetto c’è il Pinot Nero, vitigno per il quale l’Oltrepò rappresenta la terza area più vocata d’Europa dopo la Borgogna e la Mosella. Un vitigno versatile, tra i pochi rossi che si presta, oltre che a produrre un rosso strutturato e nervoso, anche alla vinificazione in bianco per ottenere bollicine di alto livello. “Attraverso i nostri vini lasciamo parlare il terroir e lasciamo esprimere pienamente il vitigno - spiega l’enologo Fiori - certamente il Pinot Nero è un vitigno con delle unicità che, attraverso il nostro lavoro in cantina, cerchiamo di esaltare al massimo. Addolciamo le spigolosità di questo vitigno ottenendo dei vini deliziosi, affascinanti ma sempre autentici e ben rappresentativi del vitigno e del territorio”.

In carta ci sono quattro etichette di metodo classico a base Pinot Nero: io ho provato in particolare il Pinot Nero docg Extra Brut da uve provenienti da Terrazza Coste, Codevilla, Valle Coppa e Valle Schizzola, sottoposte a pressatura soffice, poi a fermentazione in vasche di acciaio e quindi al contatto per ventiquattro mesi con i lieviti, dopo di che c’è la sboccatura e una sosta in bottiglia di due o tre mesi. Il vino è giallo paglierino brillante con un perlage fine e persistente; al naso esibisce note agrumate e di crosta di pane, in bocca la spuma è vibrante e avvolgente e il sorso lungo e appagante.

In carta ci sono anche il Pinot Nero docg Brut, dal maggiore residuo zuccherino, il Pinot Nero Rosé docg Brut, il Centodieci Nature, che rappresenta la vetta produttiva con i 36 mesi di contatto sui lieviti e la sua lunga persistenza.

Anche tra i vini fermi domina il Pinot Nero, nelle etichette Centodieci e La Genisia.

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