Ostrica. Il vocabolario ci dice che è un mollusco bivalve. Una buona enciclopedia ci fornisce molte informazioni supplementari su come questo misterioso essere si riproduce, come vive, come si abbarbica alle rocce. E questa è la scienza. La leggenda invece ci racconta di un cibo fiabesco, perlaceo, afrodisiaco (si dice), un cibo più raccontato che realmente mangiato, anche perché poi, stringi stringi, molti ammettono di non amarlo perché “sa troppo di mare”, ma è proprio quello il suo bello, e comunque peggio per loro.
La gran parte delle persone in realtà ha delle ostriche un concetto molto spannometrico: pochi sanno che ne esistono oltre duecento varietà molto differenti tra di loro, che possono essere allevate in mare aperto o in appositi bacini (le “claire”) e spesso in entrambi gli ambienti in fasi diverse, che a definirne le caratteristiche è il cosiddetto “meroir”, che sarebbe la versione marina del terroir, che il loro tempo di “affinamento” può variare anche di molto, che sono associate alla Francia ma in realtà solo allevate in moltissimi Paesi, compresa l’Italia, dove se ne producono di ottime come la San Michele nel Gargano, la Tarbouriech nella laguna di Scardovari, nel delta del Po, la San Teodoro nell’omonima laguna sarda.
Ma oggi chiunque vorrà saperne di più su questo cibo selvaggio e regale ha a disposizione uno strumento completo, il libro “Oyster Experience” (Trenta editore, 160 pagine, 18 euro) scritto da Elena Ravizza, grande appassionata di questo mollusco e responsabile marketing dell’azienda di famiglia I.Wai Fod, che commercializza oltre quaranta varietà di ostriche. Il libro, come spiega l’autrice nell’introduzione, è “un viaggio attraverso i misteri e i doni del mare indagando e scoprendo uno dei suoi abitanti più enigmatici, l’ostrica. Questo frutto di mare non è solo un alimento, ma regala vere esperienze sensoriali. Il libro parla di come avvicinarsi alle ostriche attraverso i cinque sensi, creando un momento di connessione con la natura stessa”.
Il testo comprende anche “una parte sapientemente dedicata alle ricette per sperimentare l’ostrica a 360° e provare davvero a familiarizzare con questo elemento anche attraverso il suo gusto”. Le ricette sono ideate e realizzate da Valeria Spagnuolo, milanese, classe 1981, che da qualche tempo ha abbandonato il suo lavoro come consulente aziendale per la sua vera passione, la cucina, autrice di libri, docente di corsi per cucina e food ambassador per I.Wai Food. Un esempio di ricetta è l’Ostrica al vapore in cialda di tapioca alle carote viola, crema di finocchi allo zafferano e polvere di barbabietola.
Trenta Editore è una casa editrice fondata nel 2004 da Barbara Carbone e che in venti anni di vita è diventata un vero “hub della cultura del cibo”.
La sua proposta è molto varia e si articola in cinque collane: 30 Gourmet, dedicata agli chef più importanti del panorama nazionale e internazionale; 30 Assaggi, dedicata a ricettari sempre curiosi; 30 Spunti, dedicata a prodotti e itinerari; 30 Storie, dedicata a romanzi e racconti in qualche modo legati al cibo; 30+1, dedicata agli ingredienti più curiosi e creativi.
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