Retrogusto

Passopisciaro, tutti i colori del Nerello Mascalese

L’azienda creata da Andrea Franchetti alle pendici dell’Etna recuperando vecchi vigneti abbandonati produce cove vini tutti di grande spessore, tra i quali cinque etichette battezzate come altrettante contrade, corrispondenti ad altrettanti cru, tutti a base del grande vitigno rosso autoctono

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Andrea Franchetti è uno dei grandi uomini del vino italiano. Inventore della Tenuta di Trinoro, azienda creata dal nulla in una zona remota occupata da boschi e campi abbandonati, nell’estremo sud della Toscana, e da cui oggi proviene una delle più mitologiche etichette italiane (il Tenuta di Trinoro, assemblaggio di uve di Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot), da qualche anno ha rivolto le sue attenzioni all’Etna, dove ha recuperato vecchi vigneti abbandonati sulle terrazze secolari dell’attivo vulcano siciliano, che oggi danno vita alle etichette dell’azienda Passopisciaro. Oggi le due tenute, assieme a Sancaba, piccola realtà a San Casciano dei Bagni vocata alla produzione di Pinot Nero, danno vita all’azienda Vini Franchetti

Oggi vi voglio parlare dei vini etnei di Franchetti, di cui negli ultimi giorni ho potuto assaggiare alcune etichette. A Passopisciaro Andrea Franchetti produce nove vini differenti, di cui sei prodotti con le uve di Nerello Mascalese. Parte importante del progetto “vulcanico” sono le cinque etichette corrispondenti ad altrettanti cru legati alle differenti contrade: Contrada C, Contrada P, Contrada G, Contrada S e Contrada R, ognuno proveniente da un vigneto su colate laviche differenti, con diversa composizione minerale e ad altezze diverse.

Io ho provato l’annata 2022 del Contrada C dalla contrada Chiappemacine, a 550m s.l.m., la quota più bassa delle cinque, un vino pieno e rotondo, vibrante e nervoso a causa del suolo di pietra arenaria della vigna da 1,2 ettari. Poi l’annata 2022 del Contrada G, che arriva da Guardiola è un’antica contrada che si trova tra gli 800m e i 1000m di quota, sul limite di una recente colata del 1947 che si è fermata poco prima dei vigneti: un vino profondo e spesso, piuttosto austero. Quindi il Contrada S (come Sciaranuova), da una vigna posta a 850m s.l.m su una “colata nuova”, formatasi appena 400 anni fa. Un vino largo e lungo, con una nota vegetale che lo rende scattante. Quindi il Contrada R, da Rampante, la più alta, a 100 metri, e il Contrada P (da Porcaria), a circa 650 metri.

Gli altri vini aziendali sono il Passorosso è un vino luminoso, prodotto da un blend di vini sempre a base Nerello Mascalese ma provenienti da diversi vigneti situati ad altezze diverse e su terreni differenti, ciò che ne fa una summa del lavoro di Franchetti ai piedi del vulcano. Poi il Franchetti, insolito blend di Petit Verdot e Cesanese d’Affile, che aprono il cassetto delle spezie, che si succedono in un red carpet davvero glorioso. Quindi a partire dal 2018 si produce anche un cru esclusivo di Chardonnay, Contrada PC, da un piccolo appezzamento di terreno posto su antichi terrazzamenti tra gli 870 e i 950 m s.l.m, dove la produzione è limitata naturalmente e la maturazione è molto particolare e complessa.

Più solido l’altro bianco, il Passobianco, prodotto a partire dal 2007 da uve in contrada Guardiola da uve Chardonnay in purezza, un vino sapido e minerale chiaramente ispirato ai grandi bianchi della Borgogna.

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