La seconda (bellissima) vita di Iyo

Ha riaperto in via Piero della Francesca dopo qualche mese di lavori l’unico ristorante giapponese stellato d’Italia. Più spazioso, con un design materico e con la solita ossessione del patròn Claudio Liu per la qualità assoluta. Le novità? Più spazio alla condivisione e alla cucina robata (la griglia nipponica)

La seconda (bellissima) vita di Iyo
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Il primo Iyo non si scorda mai, ma il secondo è meglio. Ha riaperto dopo molti mesi di ristrutturazione il ristorante al numero 74 di via Piero della Francesca a Milano, l’unico ristorante giapponese a vantare una stella Michelin in Italia, dove si sa che la guida rossa tende a penalizzare i locali che non propongano uno stile classicamente italiano (così raccontano i fatti). Ma evidentemente la qualità della proposta del ristorante di Claudio Liu è tale da aver convinto fin dal 2012 anche gli ispettori della Michelin a infrangere il soffitto di cristallo di regole non scritte ma (quasi) sempre rispettate.

Fa notizia quindi che Iyo abbia chiuso per molti mesi (a mia memoria sette od otto) e fa notizia che ora abbia riaperto con l’ambizione di alzare ulteriormente lo standard, cosa non facile. Una mia recente visita farebbe credere che Liu e i suoi collaboratori ci siano riusciti. Il ristorante è parecchio più grande di prima (da 500 a 800 mq) grazie all’annessione dei locali di una gelateria e alla differente articolazione degli spazi ma il numero dei coperti non è stato aumentato (anzi pare sia diminuito di poche unità). Lo stile è sempre assai elegante ma dai mattoni a vista che contrassegnavano il vecchio Iyo si è passati a uno spazio più materico fatto di legno, di pietra naturale, di pregiato marmo Patagonia. Bellissimo anche se forse come molti spazi nuovi ha bisogno di “sporcarsi” un po’, di essere vissuto. Ma per questo basterà far scorrere il tempo.

La cucina resta improntata al classicismo giapponese di Iyo contaminato da suggestioni italiane e internazionale, ma nella nuova proposta c’è un maggiore spazio per piatti da condivisione. Il desiderio di Liu è quello di dare più peso all’empatia tra i clienti e la sala, obiettivo che tutti nella ristorazione dichiarano ma che non tutti sanno raggiungere, anche perché lo scambio di emozioni non si impara sui libri di testo. C’è poi un banco robata per cotture a fuoco a vista, una maggiore convinzione sulle cotture al vapore e, in termini di “roster”, un terzo executive chef che si aggiunge a Luca De Santi e Katsumi Soga. Si tratta di Simone Tricarico.

La mia serata da Iyo mi ha dato l’impressione che il nuovo corso punta meno sul sushi, ciò che magari deluderà un po’ i fedelissimi di quello che noi italiani consideriamo IL piatto giapponese per eccellenza, ma che alla fine darà più spazio a quello che è stato sempre il vero benchmark del locale, la fusione creativa dei sapori. Insomma, più fantasia per tutti. Lo dimostra il mio percorso che ha incluso episodi classici come la Tempura di friggitelli e salsa tonnata, l’Ebisu Wagyu Toast con pane shokupan e bresaola di Wagyu e tartufo nero (sublime, come sempre), la Capasanta con daikon e salsa di creme fraiche, la Tartare di scampo con stracciatella e yuba (che è la prima cagliata del tofu), petalo di nasturzio e caviale. Tra le novità la Tartare dei tre tonni (o-toro, chutoro e akami) con cipollina fresca e wasabi. Poi una selezione di nigiri per i “tradizionalisti” (branzino, capasanta, king crab, ventresca di tonno e foie gras), e dalla robata un magnifico Polpo con salsa di olive taggiasche e patate e daikon fondenti e il Gin Dara, un king crab servito con gazpacho. Qualche piatto lo salto per non trasformare l’articolo in un elenco del telefono, ma sappiate che stiamo parlando dell’elenco del telefono più gustoso che possiate immaginare. Si chiude con il Dolce condividere, una selezione di delizie in “sharing”. La carta dei vini è rimasta di altissimo livello e viene suggerita con la consueta competenza da Danilo Tacconi. Personale giovane e sorridente. Un menu Faccio Iyo a 150 euro, un menu Condivisione a 135 euro a persona. Comunque si casca bene.

Iyo è nato nel 2007 ed è il marchio più noto di Iyo Group, il gruppo della ristorazione fondato a Milano da Claudio Liu, che comprende anche i ristoranti Aalto (una stella Michelin) e IyoO Omakase e il delivery e take-away Aji.

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