Walch, simboli esoterici e riti sacri nelle vigne "Moncalisse"

Le pendici sono quelle del Monte Calisio a nord-est di Trento e la contrazione produce "Moncalisse"

Walch, simboli esoterici e riti sacri nelle vigne "Moncalisse"
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La cucina bistellata di Andrea Aprea con vista sulle collezioni etrusche della Fondazione Rovati in corso Venezia questa settimana (imperdibili la «Caprese... dolce e salato» e il «Baccalà all'Acquapazza») per salutare un'impresa, nel senso anche di avventura: nuova, ma dall'illustre albero genealogico. Le pendici sono quelle del Monte Calisio a nord-est di Trento e la contrazione produce «Moncalisse», cantina a 600 metri di altitudine dove 12 ettari di vigneti hanno ispirato le sorelle Julia e Karoline Walch (insieme nella foto) a immaginare un'altra sfida enologica esclusivamente dedicato al Trentodoc. Una realtà, ci tengono a sottolineare con orgoglio da imprenditrici, con nome e identità distinti dal nobile marchio di famiglia Elena Walch. «Un sogno divenuto realtà - assicurano - Quando nel 2016 abbiamo visto il terreno, è stato amore a prima vista. L'altitudine, la varietà geologica e il microclima fresco sono condizioni ideali per creare spumanti metodo classico strutturati, precisi e dal grande potenziale di invecchiamento». Un fascino che, oltre alle caratteristiche geografiche, è rafforzato dal ritrovamento nei vigneti delle Coppelle, incisioni rupestri risalenti all'età del Bronzo e del Ferro. Legate a simboli esoterici e riti sacri. «Per noi un messaggio forte, l'idea di un territorio straordinario sin dall'antichità. Con Moncalisse vogliamo proseguire nel dialogo tra tempo e terra». Primo enologo è Stefano Bolognani che firma due Riserva dall'identità decisa, con Odilon de Varine che partecipa al progetto. «Per la prima volta - spiega - mi impegno in una realtà oltre i 600 metri, ma questa sarà la vinicoltura del futuro». Per Moncalisse sole uve Chardonnay e Pinot nero e debutto con due vini di grande complessità metodo classico: il Montis Arcentarie Blanc de blancs Extra brut Riserva 2017 prodotto da una parcella di vecchie viti di Chardonnay e il cui nome rimanda alle miniere d'argento del Monte Calisio nel Medioevo.

Vinificazione in acciaio con piccola parte in barrique e affinamento in bottiglia sui lieviti di 80 mesi (dégorgement a gennaio 2025). Poi il Millesimato Extra Brut Riserva 2019, 56 mesi di affinamento in bottiglia sui lieviti, fermentazione in acciaio per l'80% e il rimanente 20% in barrique. Che dire? Calici freschi ed eleganti.

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