Riceviamo e pubblichiamo
Alcune considerazioni in merito al dibattito su Milano e la sua innata vocazione di città della cultura aperto sul Giornale con i contributi di Massimiliano Finazzer Flory e Luca Doninelli. Gli elementi introdotti si intrecciano inevitabilmente con gli obiettivi che l'assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, che ho l'onore di presiedere da qualche mese, si è posto; obiettivi che passano inevitabilmente, a mio modo di vedere, attraverso l'individuazione di «pilastri» fondamentali di riferimento quali identità, valori, tradizione e bellezza. Intendiamo attuare una politica culturale che favorisca certamente il pluralismo delle idee e delle proposte ma che, nel contempo, abbia il coraggio e la determinazione di sviluppare un pensiero critico capace di mettere in discussione e proporre alternative all'egualitarismo, al progressismo fine a se stesso, all'indifferenza morale, al disordine spirituale e al cosiddetto «politically correct». Riteniamo fondamentale una politica culturale che sia responsabilmente attenta ai contenuti, non certo con intento censorio, ma per favorire realmente la libertà d'espressione e sia rivolta anche ai giovani (senza scadere nella retorica del giovanilismo) per consentire loro di conoscere e comprendere che esistono reali alternative a «pensiero e usi dominanti», per cercare di immaginare e pensare al di là del contingente favorendo il pluralismo delle idee e valori quali comunità, radicamento e nazione. Nel portare avanti tutto questo, ci metteremo tutta la passione e l'anima di cui siamo capaci perché la riteniamo una missione di grande valenza sociale. Lo faremo anche assieme a tutti quei pensatori che troppo spesso hanno pagato con l'isolamento la coerenza ideale e il non essersi mai allineati al pensiero unico e al conformismo imperante.
* Vicepresidente e Assessore alla Cultura
della Provincia di Milano