
Si è spento a 99 anni Michael Smuss, ultimo combattente sopravvissuto alla storica rivolta del ghetto di Varsavia, uno degli episodi più eroici della resistenza ebraica durante la Seconda guerra mondiale. La notizia della sua morte, avvenuta il 21 ottobre, è stata confermata dalla moglie che vive in Israele. Lo Yad Vashem, il memoriale ufficiale dell’Olocausto, ha annunciato che i funerali si terranno venerdì.
Chi era
Nato nel 1926 nella Città Libera di Danzica, l’attuale Gdansk in Polonia, Smuss visse l’infanzia tra Lodz e Varsavia, prima di essere rinchiuso nel ghetto di Varsavia nel 1940, insieme a centinaia di migliaia di ebrei vittime della persecuzione nazista. Fu proprio in quel contesto drammatico che Michael decise di unirsi alla resistenza ebraica, entrando a far parte di un gruppo clandestino guidato da Mordechai Anielewicz, il leggendario capo della rivolta.
Secondo il racconto di Frank Steffens, membro della famiglia residente in Germania, Smuss lavorava al restauro degli elmetti usati dai soldati nazisti. Fu in questo ruolo che ebbe accesso a una sostanza diluente, essenziale per la produzione delle bombe Molotov, che lui sottrasse e fornì agli insorti. Con questi strumenti di fortuna, i combattenti opposero una strenua resistenza ai soldati tedeschi durante l’insurrezione del 1943.
La vita da pittore
Dopo la guerra, Michael Smuss scelse di diventare pittore, un modo per elaborare e trasformare in arte il trauma vissuto durante quegli anni di orrore. La sua vita è stata un simbolo di coraggio e resilienza, testimonianza diretta di una pagina dolorosa ma fondamentale della storia europea.
Con la scomparsa di Smuss, si chiude un capitolo importante della memoria storica della
Seconda guerra mondiale e della lotta contro l’oppressione nazista. La sua eredità, custodita non solo nelle opere d’arte ma anche nel ricordo di chi ha vissuto e combattuto con lui, resterà un monito per le generazioni future.