Cultura e società

Pronome "neutro" per Dio, benedizione delle coppie gay. La riforma della Chiesa anglicana

La Chiesa d'Inghilterra ha votato a favore di una mozione che dà il via libera alle benedizioni alle coppie omosessuali. Dibattito anche sul pronome "neutro" per definire Dio

Pronome "neutro" per Dio, benedizione delle coppie gay. La riforma della Chiesa anglicana

Svolta progressista nella Chiesa d'Inghilterra, che ora dice sì alle benedizioni per le coppie gay. Le tre camere del General Synod hanno tutte votato in modo schiacciante a favore della mozione che garantisce le benedizioni anche alle coppie omosessuali, a seguito di un dibattito durato quasi otto ore. La mozione finale è stata approvata da tutte e tre le "case" del sinodo. La Camera dei vescovi ha votato con 36 voti favorevoli, quattro contrari e due astenuti. La Camera del Clero ha votato con 111 voti favorevoli, 85 contrari e 3 astenuti. La Camera dei Laici ha infine espresso 103 voti a favore, 92 contrari e 5 astenuti.

E le novità non finiscono qui: la stessa Chiesa d'Inghilterra sta inoltre valutando se smettere di riferirsi a Dio come "lui", dopo che i sacerdoti hanno chiesto di poter impiegare termini "neutri" rispetto al genere. L'istituzione religiosa ha annunciato che la questione verrà affrontata in primavera ma ogni decisione finale spetterà al sinodo. Il reverendo Michael Ipgrave, vescovo di Lichfield e vicepresidente della commissione liturgica responsabile che si occupa di questo tema, ha affermato che la Chiesa anglicana ha "esplorato l'uso del linguaggio di genere in relazione a Dio per diversi anni". Si tratterebbe di una subordinazione totale ai dogmi del politicamente corretto.

Non cambia la posizione della Chiesa sui matrimoni gay

L'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e quello di York, Stephen Cottrell, hanno affermato in una dichiarazione congiunta: "È stata una lunga strada. Per la prima volta, la Chiesa d'Inghilterra accoglierà pubblicamente, senza riserve e con gioia, le coppie dello stesso sesso in chiesa". Tuttavia, sottolineano, "la Chiesa continua ad avere profonde divergenze su queste questioni che vanno al cuore della nostra identità umana. Come Arcivescovi, ci impegniamo a rispettare la coscienza di coloro per i quali questo va troppo oltre e a garantire che abbiano tutte le rassicurazioni di cui hanno bisogno per mantenere l'unità della Chiesa mentre questo dibattito continua".

Va detto, tuttavia, come riporta anche Sky News, che la mozione non cambia di una virgola la posizione della Chiesa d'Inghilterra sui matrimoni gay, il che significa che le coppie dello stesso sesso non potranno sposarsi in chiesa. La mozione era stata presentata dal vescovo di Londra, Sarah Mullally, ed è il risultato di sei anni di pressing su questioni relative all'identità, alla sessualità e alle relazioni in generale. La mozione, inoltre, prende atto del "fallimento della Chiesa" nell'accogliere le persone Lgtq e per i "danni che hanno subito e continuano a subire" nelle chiese. Una sorta di "mea culpa" verso le persone Lgbtq in generale. "Questo è un momento di speranza per la Chiesa" ha spiegato il vescovo di Londra Mullally. "So che ciò che abbiamo proposto come via da seguire non va abbastanza lontano per molti ma troppo lontano per altri. Prego che ciò che è stato concordato oggi rappresenti un passo avanti per tutti noi all'interno della Chiesa, comprese le persone Lgbtq, mentre rimaniamo impegnati a camminare insieme". Abbiamo sempre detto che ascolteremo con attenzione il Sinodo, ha aggiunto, "quindi nei prossimi mesi rifletteremo su quanto detto e prepareremo nuovi orientamenti pastorali per la Chiesa in materia di sessualità e matrimonio. Affineremo anche i testi di Preghiere d'amore e di fede".

La Chiesa anglicana strizza l'occhio all'universo Lgbt

Nulla di sorprendente se parliamo della Chiesa di Stato inglese, già da tempo avviata verso una chiara svolta in senso progressista. Nelle scorse settimane, la Chiesa d'Inghilterra ha infatti diffuso una dichiarazione nella quale si scusa per l'omofobia del passato e presenta delle scuse formali indirizzate alla comunità Lgbt. "Vogliamo scusarci - si legge nel documento diffuso -per i modi in cui abbiamo trattato le persone Lgbtq.

Siamo profondamente dispiaciuti - prosegue il testo - per i tempi in cui voi siete stati rifiutati o esclusi assieme a coloro che amate".

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