Cultura e società

San Francisco, ecco il reddito per i transgender

Un reddito per le sole persone transgender, le più colpite dall'emergenza pandemica. È la nuova iniziativa della città di San Francisco, da sempre roccaforte dell'ultra-progressismo

San Francisco, ecco il reddito per i transgender

Un reddito minimo garantito a una minoranza sessuale specifica. O di genere, come dicono i politicamente correttissimi. La città di San Francisco, roccaforte ultra-progressista e dei movimenti Lgbt, ha ufficialmente lanciato nei giorni scorso il programma di reddito garantito per i membri della sua comunità transgender. Secondo Axios, l'iniziativa, soprannominata "Reddito garantito per le persone trans" (o Gift) darà a 55 residenti idonei 1.200 dollari al mese per un massimo di 18 mesi per "aiutare ad affrontare l'insicurezza finanziaria", secondo quanto annunciato dall'ufficio del sindaco. I membri della comunità transgender riceveranno anche cure mediche e potranno partecipare a corsi di coaching finanziario. Annunciato per la prima volta lo scorso anno, la città ha stanziato 2 milioni di dollari per il programma, ha confermato ad Axios Parisa Safarzadeh, portavoce del sindaco della città californiana.

Reddito per i soli trans

È la prima volta che viene pensato e introdotto un reddito per le sole persone transgender. E tutti gli altri? Durante la pandemia, le associazioni transgender locali hanno chiesto dei contributi - sotto forma di reddito minimo - per i membri della comunità che hanno perso improvvisamente il lavoro. "Sappiamo che le nostre comunità trans sperimentano tassi di povertà e discriminazione molto più elevati, quindi questo programma mirerà al sostegno al fine di aiutare le persone in questa comunità", ha dichiarato il sindaco London Breed in una dichiarazione. "Gift", ad oggi, è il terzo progetto di reddito minimo garantito pensato dalla città di San Francisco: dal 2020, la città ha fornito sostegno finanziario a 135 madri durante e dopo la gravidanza, stanziando inoltre 1.000 dollari al mese a 190 musicisti, scrittori, artisti visivi e altro ancora. È un'iniziativa che altre città in tutti gli Stati Uniti, da Denver a Des Moines, hanno iniziato a sperimentare come un modo per aiutare i residenti a basso reddito a uscire dalla povertà. Recentemente, la città di Palm Springs ha approvato un'iniziativa simile, sempre a beneficio della comunità transgender.

"Speriamo che il nostro programma di reddito garantito sia l'inizio di un processo riparativo per contrastare le disuguaglianze vissute dalle nostre comunità, aiutarle a sopravvivere in un mondo che discute costantemente del loro diritto a esistere e consentire loro di usufruire dei servizi sanitari in modo modo significativo e che possa cambiare la loro vita", ha affermato JM Jaffe, direttore esecutivo di Lyon-Martin Community Health Services.

Rischio flop

Il reddito minimo garantito consente alle persone di uscire dalla zona di povertà? Di trovare un lavoro? No, spesso risulta essere una misura meramente assistenzialista. In questo caso anche profondamente discriminatoria, poiché si rivolge a una minoranza escludendo le altre. Come se le persone transgender fossero le uniche a sperimentare la povertà e le difficoltà a San Francisco. Come nota sempre Axios, un programma simile, introdotto in Finlandia e terminato a dicembre 2018, è stato visto come un fallimento poiché in tanti sono rimasti disoccupati alla sua conclusione. Ma basterebbe pensare anche al nostro reddito di cittadinanza per trarre le conclusioni.

Che, quantomeno, non è stato introdotto su base etnica o "di genere".

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