"5 milioni, case gratis, reddito garantito": l'assurdo risarcimento per la schiavitù a San Francisco

A San Francisco un comitato formato da afroamericani ha presentato una serie di "raccomandazioni" per risarcire i neri danneggiati dalla schiavitù, nel passato, e dal "razzismo sistemico". Ecco cosa chiedono

"5 milioni, case gratis, reddito garantito": l'assurdo risarcimento per la schiavitù a San Francisco

Pagamenti di 5 milioni di dollari a ogni adulto afroamericano, eliminazione dei debiti e degli oneri fiscali, redditi annuali garantiti di almeno 97 mila dollari per 250 anni e case a San Francisco per solo 1 dollaro a famiglia. Queste sono alcune delle "raccomandazioni" e proposte che un comitato di cittadini afroamericani di San Francisco ha presentato ai consiglieri comunali della città californiana come forma di risarcimento per il passato schiavista e il "razzismo sistemico" presente, ancora oggi, nella società americana (a loro dire, naturalmente).

Un piano economicamente insostenibile per le casse cittadine: i critici, infatti, lo hanno definito finanziariamente e politicamente impossibile. Il think tank Hoover Institution ha stimato che ogni famiglia non afroamericana della città dovrebbe pagare almeno 600 mila per sostenere questa forma di riparazione. Ma c'è chi, per ragioni politiche e ideologiche, queste folli proposte le sostiene.

Il dibattito in California

Se infatti i conservatori e i più "realisti" spiegano che il piano è assoluamente folle e insostenibile (cosa c'entra poi San Francisco con la schiavitù), come spiega il Guardian il consiglio comunale a maggioranza dem, che ha ascoltato il comitato per la prima volta martedì, ha espresso un "sostegno entusiasta" alle idee elencate, con alcuni che affermano che i soldi non dovrebbero impedire alla città di fare la "cosa giusta". I residenti afroamericani un tempo costituivano oltre il 13% della popolazione cittadina, ma più di 50 anni dopo rappresentano meno del 6% dei residenti e il 38% dei senzatetto.

Questa proposta di "riparazione" ha come obiettivo quello di sanare decenni di trattamento discriminatorio che la popolazione afroamericana ha subito durante il periodo di "rinnovamento urbano" negli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, che ha portato alla distruzione di un quartiere a maggioranza afroamericana e allo sfollamento di quasi 20 mila persone. C'è un piccolo dettaglio: la bozza del piano di riparazione, pubblicata a dicembre, non ha eguali a livello nazionale per specificità e ampiezza, ma manca completamente un'analisi dei costi. Chi pagherebbe questo risarcimento? I cittadini che non hanno nulla a che fare con le passate discriminazioni? Follia woke.

Una proposta inedita ma difficilmente realizzabile

Il dibattito si apre in una fase difficile per la città, dal punto di vista sociale ed economico, in un momento di grande instabilità economica poiché l'industria tecnologica della regione vacilla per il fallimento della Silicon Valley Bank e le imprese locali e i giganti delle Big Tech stanno facendo i conti con ondate di licenziamenti. Ma i proponenti non mollano di un centimetro. Tinisch Hollins, vicepresidente del comitato consultivo per le riparazioni afroamericane, ha sottolineato che "non c'è bisogno che vi faccia capire che stiamo creando un precedente nazionale qui a San Francisco", ha detto Hollins.

Eric McDonnell, presidente del comitato, ha detto di essere deluso dalle persone che non comprendono l'eredità della schiavitù statunitense e su come il razzismo sistemico si riverberi oggi attraverso le istituzioni. Ora la palla passa al consiglio, che dovrà valutare le raccomandazioni e le richieste del comitato. Il consiglio può votare per modificare, adottare o respingere alcune o tutte le raccomandazioni presentate.

Come sottolinea Fortune, l'idea non è stata accolta a livello federale. Meno di 50 mila afroamericani vivono a San Francisco e non è chiaro quanti sarebbero idonei. I contrari affermano che questa forma di risarcimento non ha senso in uno Stato e in una città che non hanno mai ridotto in schiavitù i neri. Gli oppositori inoltre sottolineano che i contribuenti parenti di chi non è mai stato proprietario di schiavi non dovrebbero pagare denaro a persone che non sono state schiavizzate.

Qualora la proposta venisse accolta, peraltro, creerebbe un precedente inedito degli Stati Uniti, che soffierebbe ulteriormente sul fuoco della lotta per l'identity politics e della "guerra culturale" che infiamma l'America.

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