Spunta Blu su Ig e Fb, la scelta di Zuckerberg spiegata da Matteo Flora

La decisione di concedere a pagamento la spunta blu per Facebook e Instagram, ha un po' destabilizzato gli utenti e diviso il web. Ne abbiamo parlato con l'esperto informatico Matteo Flora

Spunta Blu su Ig e Fb, la scelta di Zuckerberg spiegata da Matteo Flora

Ha creato molto scalpore, la scelta, per ora si tratta solo di una prova in alcuni paesi, di assegnare a pagamento la famosa spunta blu su Instagram e Facebook, il simbolo che certifica l'identità digitale. Fino ad ora ad averla erano solo ad alcuni utenti: Vip influencer, personaggi politici e brand, che tramite il "bollino blu" certificavano la loro identità, evitando in questo modo truffe legate all'identità o contraffazioni da parte di terzi. Da qui a poco invece arriverà una vera rivoluzione, con la possibilità che il tanto agognato puntino blu possa essere disposizione di tutti, dietro diretto pagamento a Meta, la società di Mark Zuckerberg.

Questa scelta, già possibile sul social Twitter di Elon Musk, se da un lato darà la possibilità a molti utenti di avere tutta una serie di vantaggi, come l'assistenza di un operatore; dall'altra solleva un problema etico sul fatto che soltanto chi ha la possibilità economica, può avere questi vantaggi. Ne abbiamo parlato con Matteo Flora, Docente in Corporate Reputation e Storytelling a Pavia, Fondatore di The Fool la Società Leader nella Reputazione e Partner dello Studio Legale 42 Law Firm.

Da cosa è partita questa decisione?

"In realtà da Twitter. Una delle prime cose che ha fatto Elon Musk quando ha acquistato il social, è stata quella di spingere la versione a pagamento. Questa aveva due aspetti, la parte per "social", visto che il bollino blu è diventato un po' il baluardo dell'essere al di sopra degli altri, una sorta di Vip, e in questo funzionava molto bene, e dall'altra, tutta una serie di servizi accessori, compresi con la spunta blu, come la possibilità di creare post più lunghi o di modificarli nella mezz'ora successiva all'invio. Però subito dopo che è stato attivato il servizio, sono dovuti velocemente correre ai ripari perché questa non comportava nessun controllo dell'identità. Questo significava che io potevo aprire un account con il nome "George Cloonery" e farlo certificare a pagamento. Ovviamente questa cosa ha creato non pochi problemi, e ha fatto comprendere come la parte relativa alla verifica debba per forza essere legata ad una autenticazione. Questa è ora la via che sta intraprendendo Meta, facendo tesoro degli errori di Twitter".

A parte questo, che differenza ci sarà rispetto alla spunta blu di Twitter?

"La spunta blu che metterà in vendita Meta, sarà legata obbligatoriamente a doppio filo all'identificazione della persona tramite un documento d'identità rilasciato da un organo governativo. In più, e penso che sia questa la cosa che valga davvero i soldi dell'abbonamento, ci sarà a disposizione un operatore per l'assistenza. Un punto molto importante, perchè fino ad ora gli utenti si erano lamentati che in caso di problemi, come ad esempio gli acccount hackerati, l'assisenza era solo tramite il sito e lasciava molto a desiderare. Penso che questa possibilità sarà quella che spingerà tanti professionisti, che con i social ci lavorano ad abbonarsi, anche se non hanno bisogno della spunta blu".

Acquistare la spunta blu, che prima veniva data con grande difficoltà solo a determinate persone, non farà perdere suo valore?

"Il concetto della spunta blu è cambiato completamente. All'inizio l'avevano soltanto gli attivisti, le pagine governative, i brand ufficiali, perché l'unico scopo era confermare l'identità certa di un utente per fare in modo che l'interazione fosse sicura, che è poi la stessa cosa che succede ora che diventa a pagamento. Solo dopo gli è stata data la valenza di un "bollino per vip".

Una consuetudine alla fine diventa legge. Se prima la spunta dava agevolazioni a chi ad esempio con i social ci lavorava, ora alla fine basta avere soldi per averla, non è più una questione di merito.

"Da un punto di vista pratico i social network non hanno nessun interesse a mantenere questo status quo. Lo scopo è monetizzare e avere una crescita sostenibile per gli utenti che richiedono più sforzo di altri, anche solo per la gestione dell'assistenza. Ad esempio Twitter ha già inserito la possibilità, per alcuni brand, di avere la spunta oro, che costa all'incirca 1000 dollari al mese".

Non crede che con questo sistema si vada ad acuire una sorta di ingiustizia sociale, ovvero chi ha più possibilità, può avere più visibilità?

"Non si tratta di ingiustizia sociale, ma di un'ingenuità, quella di pensare che esistono cose gratuite. Niente di tutto quello che noi usiamo online è gratis, e non lo è mai stato. Prima abbiamo pagato in molti modi, soprattutto con i nostri dati personali. Poi abbiamo applaudito quando per la privacy abbiamo tolto alle azienze la possibilità di fare targeting (un metodo strategico volto ad individuare, tramite un processo di segmentazione di mercato, il gruppo di consumatori con le caratteristiche maggiormente compatibili con l'azienda che ne acquisisce dati, ndr) e tutti questi non sono enti no profit e non hanno mai detto di esserlo. Io non ci vedo nulla di strano in questa decisione".

Quando ci sarà la possibilità in Italia di poter acquistare la spunta blu per Instagram e Facebook?

"Non si sa ancora se verrà effettuato e quando, perché Meta vuole fare prima dei test in Australia e Nuova Zelanda. A seconda di come andrà la sperimentazione decideranno o meno di estenderla. In quel caso poi si potrà pagare direttamente alla piattaforma o tramite Apple che però prenderà una percentuale".

ll web si è abbastanza diviso su questa scelta e la maggior parte degli utenti non è d'accordo.

"Succede quando si toglie qualcosa che prima era gratuita e posso comprenderlo, ma per il mercato questo sentimento vale poco. Se a queste aziende è stata tolta la possibilità di fare pubblicità in maniera economicamente soddisfacente tramite la profilazione degli utenti, avendo costi da sostenere hanno trovato un altro sistema.

In realtà quelli che adesso realmente avranno dei problemi, sono tutte quelle agenzie che facevano pagare migliaia di euro per avere la spunta certificata, e che adesso si ritroveranno che chiunque può averla a poche centinaia l'anno".

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