Cultura e società

Stati Uniti e il paradosso della cancel culture. Messo al bando libro sulla storia degli afro-americani

Rimosso il testo dello scrittore Ta-Nehisi Coates perché "discriminante nei confronti dei bianchi"

Stati Uniti nel paradosso della cancel culture. Messo al bando libro sulla storia degli afro-americani

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Stati Uniti nel paradosso della cancel culture. Messo al bando libro sulla storia degli afro-americani

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Succede alle volte che la cancel culture diventi un boomerang per chi l’ha ideata, allevata e accudita.

È il caso del libro dello scrittore Ta-Nehisi Coates e il suo libro "Tra me e il mondo", pubblicato nel 2015, vincitore del National Book Award. Un’opera che vuole essere un potente atto d'accusa alla società americana, razzista fin nelle sue fondamenta. Nelle prime pagine Coates dichiara di ritenere il progresso dell'America bianca basato sul saccheggio e sulla violenza.

Il libro negli anni è stato adottato in diverse scuole americane. Tra queste troviamo la Chapin High School in South Carolina dove la docente Mary Wood tiene un corso avanzato elettivo di Letteratura inglese, propedeutico per chi vuole poi proseguire negli studi universitari. La Wood chiede ai suoi studenti di leggere il libro e guardare video sul razzismo sistemico per poi fare una crasi per esporre critiche e opinioni a partire dalle idee di Coates.

Libro rimosso perché "fa sentire come una colpa l'essere bianchi"

A margine di tutto questo durante “il black history month” a febbraio (mese della Storia dei neri), alcuni studenti hanno preso iniziativa scrivendo una lettera al consiglio della scuola affermando che il libro in questione provocava loro del "disagio" e li faceva "vergognare" di essere bianchi. A quel punto i testi sono stati requisiti, il libro rimosso e la professoressa ha ricevuto una lettera di rimprovero dal preside.

La decisione dei funzionari è figlia della preoccupazione che il corso potesse violare una norma presente nella legge sul bilancio della South Carolina. La stessa vieta alle scuole di spendere il denaro pubblico per diffondere e insegnare che qualcuno è consapevolmente o inconsapevolmente razzista in virtù del proprio colore della pelle e di far leva sul senso di colpa.

La settimana scorsa Ta-Nehisi Coates è volato in South Carolina e ha partecipato al Consiglio scolastico distrettuale sedendosi al fianco della professoressa. Lo scrittore non ha detto una parola perché il suo unico scopo era attirare i riflettori sulla Wood. Durante la riunione Tess Pratt, dirigente del dipartimento di Inglese della Chapin ha affermato: "Nel giorno in cui ho tolto ai ragazzi i libri di Ta-Nehisi Coates, ho messo a tacere la sua storia. Non era una mia decisione ma rimpiangerò per tutta la vita quel momento perché è stato un errore".

Più di 3000 libri rimossi nell'ultimo anno in America

Per quanto paradossale non bisogna pensare che sia un caso isolato in Usa, basti pensare che da luglio 2021 ad oggi sono 3.532 i libri messi al bando in almeno 32 stati americani.

"l'impulso pare essere quello di imbavagliare piuttosto che coinvolgere, controbattere, imparare da o cercare di capire opinioni che non coincidono con le nostre". Così l’ex presidente Barak Obama in recenti dichiarazioni.

Una storia incredibile che mette in evidenza la radice malsana della cancel culture.

Per non voler offendere nessuno si finisce per eliminare opere, dibattiti, cultura.

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