«La cultura della sicurezza per non dimenticare via Palestro»

Il 27 luglio 1993 un’autobomba uccise 5 persone: un immigrato, tre pompieri e un vigile urbano

(...) dei crimini di mafia: un impegno quotidiano, perché non è solo nei momenti delle stragi o nel giorno delle commemorazioni che dobbiamo far sentire la nostra presenza. Dobbiamo essere vigili e attivi tutti i giorni per evitare che l’organizzazione mafiosa allunghi i suoi tentacoli sulle nostre città.
È un compito che spetta anzitutto alle istituzioni. Sono stati compiuti passi avanti nella lotta alla mafia. Ma l’obiettivo finale, quello di smantellare definitivamente il sistema mafioso, è ancora lontano.
È un obiettivo che richiede il contributo di ciascuno di noi: il contributo dei cittadini che non rimangono passivi di fronte al ricatto della prepotenza, ma lo combattono trovando sostegno nella società civile e tutela nelle istituzioni.
È un obiettivo che richiede l’educazione alla legalità, che è compito delle famiglie, della scuola, delle istituzioni.
Il Comune ha un ruolo importante in questa azione di educazione collettiva, poiché è l’istituzione più vicina cittadini ed è depositario della lunga tradizione milanese di partecipazione democratica.
Per questo sentiamo il dovere di agire in profondità per garantire sempre maggiore sicurezza ai cittadini, contro la criminalità organizzata ma anche contro le piccole violenze quotidiane, quelle che colpiscono i più deboli, quelle che non conquistano l’onore delle cronache, ma lasciano il segno nella vita di tanti cittadini indifesi ed esposti.
Una risposta alla richiesta di sicurezza è il nostro impegno per creare le condizioni di una ordinata convivenza civile nel rispetto della legalità, promuovendo i valori della libertà, della responsabilità, della sicurezza. Quella sicurezza che è la premessa indispensabile di un’esistenza libera e serena, di un benessere diffuso.
La criminalità, mafiosa e non mafiosa, ostacola lo sviluppo perché crea dipendenza e paura. Milano invece ha nello sviluppo il suo punto di forza: uno sviluppo che si fonda sulla cultura della libertà, del rispetto delle regole, della solidarietà.
La crescita è quindi un mezzo per creare sicurezza. Per questo è importante incrementare ulteriormente l’occupazione, promuovere l’impresa e migliorare l’attrattività delle nostre università: per rilanciare lo sviluppo e per formare una società civile che rifiuta l’opzione criminosa, che non ne ha bisogno, che ne prova avversione, che rappresenta un aiuto e un modello anche per le realtà dove la criminalità organizzata è tuttora un problema grave.
Milano non dimenticherà mai i morti del 27 luglio 1993. La memoria collettiva è un valore della nostra città, è un elemento che rafforza la nostra coesione, il nostro senso civico, il nostro amore per la libertà.
È un monito e un impegno per tutti noi a lavorare perché mai più si ripeta quanto accaduto, tenendo alta la guardia delle istituzioni locali e nazionali nella lotta alla criminalità organizzata.
Lo dobbiamo alla memoria di chi è morto in via Palestro e di tutte le vittime della violenza mafiosa. Lo dobbiamo alle nostre famiglie e ai nostri figli.


Lo dobbiamo infine anche alle forze dell’ordine. A loro desidero rivolgere un pensiero e un elogio particolare per l’impegno che mettono ogni giorno, correndo rischi e pericoli, nel garantire la sicurezza di tutti i cittadini.
*Sindaco di Milano

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