Nasce in Olanda (nel 1466), si forma in Italia, sceglie un nome greco (Desiderius Erasmus Roterdamus), viaggia per tutto il continente, ha come modello e amico il cancelliere inglese Thomas More, diviene legatus dell'imperatore spagnolo, muore (nel 1536) a Basilea. Nessuno come Erasmo da Rotterdam può incarnare l'ideale dell'autentico spirito europeo. Il «Progetto Erasmus» di mobilità studentesca della Comunità Europea, del resto, non si chiama così a caso. Come scrive il critico letterario Carlo Ossola nel nuovo saggio Erasmo nel notturno d'Europa (Vita e Pensiero) il teologo olandese, paradossale e libero, è «un prezioso faro per il viaggio e le tempeste che l'umanità incontra nel secolo ferito che si è aperto» in questo «notturno» d'Europa.
Ora, al di là di ciò che ciascuno pensa dell'«idea di Europa», e al di là del giudizio sull' attualità dell'autore dell' Elogio della follia (di cui ricorre il cinquecentenario: apparve nell'edizione definitiva nel 1515 per l'editore Froben), particolarmente interessante, nel libro di Ossola, è ciò che si scova nella postfazione, sotto il titolo «Di alcune ragioni della sfortuna di Erasmo in Italia nel XX secolo». Bene. E chi è il responsabile di tale «sfortuna»? Chi ridusse a secondario il ruolo di Erasmo nella storia europea? Per Ossola è, in primis , lo storico Delio Cantimori (1904-66), militante comunista nel dopoguerra ma negli anni Trenta organico al fascismo (in una nota si racconta addirittura la sua «predilezione» per il nazionalsocialismo). Fu lui, raffinato studioso del Rinascimento, a limitare l'influenza del pensiero di Erasmo nella nostra tradizione, stroncando Johan Huizinga (il più importante biografo di Erasmo) e firmando un'equivoca introduzione alla riedizione dell' Elogio della pazzia nel 1964 per Einaudi: «L'operazione rimane tra le pagine meno nobili della casa editrice e una squallida conferma della “lunga durata” degli atteggiamenti di Cantimori, al quale forse non andava a genio che negli stessi anni in cui egli dettava le voci Nazionalsocialismo e Onore , altri facesse di Erasmo il segnacolo della libertà e della dignità umana, pagando di persona l'opposizione ai fascismi».
Nel '52, del resto, già autorevole consulente Einaudi, Cantimori fu fieramente contrario alla traduzione di Minima moralia di Adorno, a dimostrazione - fa notare Ossola - della sua contrarietà ai pensatori dell'Europa liberale che si oppose al nazismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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