Giovanni Papini (Firenze, 1881 - 1956) esordì come narratore con i racconti metafisici Il tragico quotidiano (1903) e Il pilota cieco (1907). Nel 1907 pubblicò il suo primo libro filosofico, Il crepuscolo dei filosofi, in cui attacca il pensiero dei «sei fari» della cultura contemporanea (Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer, Nietzsche), dichiarando morta lintera filosofia, in nome dellirrazionalismo vitalistico. Seguono Diventar genio (12), lautobiografico Un uomo finito (13), le prose poetiche Cento pagine di poesia (15) e Stroncature (16) con cui demolisce in nome dellavanguardia classici come Faust, Decameron e Amleto. Nel 21 Papini, con grande clamore, annuncia la sua conversione religiosa e pubblica Storia di Cristo. Poi, a testi di apologetica religiosa come SantAgostino (29), Dante vivo (33), Lettere agli uomini di Celestino VI (46) e Il diavolo (53) alterna prose in cui torna al lirismo giovanile (le Schegge uscite sul Corriere della sera fra il 40 e il 50), inchieste e satire di costume (Gog, 31).
Sotto, il fascismo, nel 35 ottiene la cattedra di letteratura italiana allUniversità di Bologna e nel 37 è nominato accademico dItalia. Il Paese, uscito dal fascismo, non gli perdona le sue compromissioni con il regime. Fino allultimo tentò di lavorare al testo del Giudizio universale che, iniziato nel 1903, non verrà terminato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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