di Massimiliano Parente
Ce lo vedete uno come Giacomo Leopardi iscriversi al Pci? O mettersi a girare film tipo Accattone? O mettersi a scrivere «Io so» per denunciare le malefatte dei politici senza uno straccio di prova? Insomma un Leopardi poco romantico e per niente isolato ma molto militante e politicamente impegnato? No? Perché non avete letto l'intervista del Corriere della Sera a Elio Germano, il quale interpreterà Leopardi nel film di Mario Martone, in uscita il prossimo autunno, Il giovane favoloso. Talmente favoloso che «io lo vedo come un Pasolini ante litteram, un intellettuale scomodo» dice Germano. Se dicesse una cosa del genere a un esame di maturità lo rispedirebbero in prima liceo. Ma non penso sia un problema d'ignoranza, forse i problemi sono due. Primo: un attore e un regista impegnati, Pasolini devono sempre infilarcelo, anche dove non c'entra. Secondo: a ben vedere Leopardi non è che sia il massimo del progressista, anzi potrebbe apparire un tantino distaccato, più reazionario che rivoluzionario. Di certo si faceva i cavoli intellettuali suoi, con la testa era più sulla luna che sulla terra, e questo non è mai andato giù. Valga l'esempio di Cesare Luporini, il quale tentò disastrosamente di farlo diventare un comunista prima ancora di Marx. Tuttavia se Germano, girando il film, non si è accorto di niente, e nei panni di Leopardi gli sembrava di essere Pier Paolo, può darsi davvero che ci troveremo a vedere una reinterpretazione di Leopardi in chiave pasoliniana. Forse è un film da ridere. Dove Giacomo non si innamorerà di Silvia ma del Riccetto. Al posto dell'Alfa Romeo GTV 2000 sfreccerà di notte su una carrozza decapottabile per le strade di Roma. Al posto della lunga scena di sesso orale sul Pratone della Casilina, descritta in Petrolio, si infratterà con i ragazzi turisti nella siepe de L'infinito.
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