Controcultura

Esordienti, big e sorprese: che cosa leggere nel 2022

Sarà un anno ricco, anzi ricchissimo, di novità: agli editori non pare vero di poter sfruttare il ritorno d'onda della lettura e del libro come rinnovato oggetto del tempo libero.

Esordienti, big e sorprese: che cosa leggere nel 2022

Sarà un anno ricco, anzi ricchissimo, di novità: agli editori non pare vero di poter sfruttare il ritorno d'onda della lettura e del libro come rinnovato oggetto del tempo libero. Nella infinita lista di titoli pronti da stampare, ci sono le categorie e i temi, naturalmente, e poi ci sono i fuoriclasse. Partiamo da questi ultimi, ovvero dai nomi che nel 2022 faranno sospirare di gioia librai e vendite online e che al momento sono i più citati, sussurrati, anticipati tra le uscite dell'anno che verrà.

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Incima ai pensieri dei lettori europei c'è ovviamente Michel Houellebecq e il suo Annientare, che La nave di Teseo porta in libreria il 7 gennaio. Ma accanto al dirompente francese spuntano come funghi molti altri grandi nomi, tutti con titoli promettenti. A cominciare da Javier Marías, che ha puntato su un sèguito, uscito lo scorso anno in Spagna e che arriva da noi a febbraio, ovviamente per Einaudi: è il suo romanzo più lungo e si chiama Tomàs Nevinson, prosecuzione di Berta Isla (ma anche prequel di Il tuo volto domani), che della spia Tomàs era la moglie. Ora Tomàs ha accettato un'altra missione per i servizi segreti britannici e ancora una volta metterà alla prova le sue indubbie abilità ma anche la sua confusione morale. Tra le copertine più anticipate c'è quella di Hanya Yanagihara, l'americana di origini hawaiane che ha conquistato il mondo con Una vita come tante (Sellerio) e che ora torna con Verso il paradiso (Feltrinelli, dal 13 gennaio) tradotto da Francesco Pacifico. Al centro ancora la complessità delle relazioni umane, accentuata da tre diversi piani temporali su cui si giocano le trame: una utopica (a seconda dei punti di vista) New York del 1893, dove ognuno può amare chi gli pare; una distopica (ma quasi reale) Manhattan del 1993, devastata dall'Aids e un mondo totalitario e pandemico del 2093, in cui si affrontano scienza e amore. Attesissimi anche Amélie Nothomb che con Primo sangue (Voland, 24 febbraio) rende omaggio al padre Patrick, grande diplomatico; Eshkol Nevo con Informazione riservata (a febbraio per Neri Pozza), in cui di nuovo gli incroci di storie (tre, d'amore, intergenerazionali) la fanno da padroni; Toshikazu Kawaguchi con Il primo caffè della giornata (Garzanti, 7 gennaio) che mette di nuovo al centro la caffetteria delle emozioni che ha reso il suo autore uno dei più venduti al mondo due anni fa.

A CHE PUNTO È L'INDAGINE


Non sono più gialli, crime e thriller ormai da un pezzo, ma solo romanzi. Al centro, però, c'è sempre qualcuno che indaga. Tra i nomi illustri ben ritrovato a Pierre Lemaitre, di cui Mondadori l'11 gennaio traduce Il serpente maiuscolo. Con questa crudelissima vedova massacratrice, il sicario ultrasessantenne Mathilde Perrin, nel 1985 Lemaitre voleva cimentarsi per «la prima e ultima volta» nel genere noir con l'ispettore Vassiliev. Debutta nel thriller Giuseppe Festa con Una trappola d'aria (Longanesi, fine gennaio): siamo alle Lofoten, nel 1995, e l'ispettore Marcus Morgen, fallito e invalido, sta per suicidarsi quando una nuova indagine lo rimette al mondo. Singolare l'indagine messa in piedi da Vanni Santoni nel mondo del porno amatoriale per la sua giovane Cleo, protagonista de La verità su tutto (Mondadori, 18 gennaio); più tradizionale quella del misterioso cold case scandinavo di L'aria intorno a noi di Tom Malmquist, scrittore e poeta svedese in cima alle classifiche del Nyt, che esce per NN a metà febbraio. E non potevano mancare un paio di Simenon: dieci racconti a metà gennaio, Il capanno di Flipke, e un romanzo a fine febbraio, Il dottor Bergelon, entrambi per Adelphi.


QUELLO CHE LE DONNE SCRIVONO


Vale la pena mettere l'accento su alcuni titoli che vedono al centro storie femminili senza retorica e di intrigante, almeno sulla carta, coraggio narrativo. Un nuovo «mitologico» recupero di Adelphi, l'italo-francese Inès Cagnati, scomparsa nel 2007 è Génie la matta (fine gennaio): Marie, nata da uno stupro, attende disperata l'incontro con la madre Génie, fanciulla di buona famiglia ritiratasi, muta, dal mondo dopo aver generato la «piccola bastarda». Recuperata anche Tove Ditlevsen (scomparsa nel 1976): nella top ten del Nyt e indicata come la «Annie Ernaux danese», Fazi a marzo la porta in Italia con il primo volume di una trilogia di autofiction, Infanzia. Tra le viventi, tre storie da segnalare in uscita tra gennaio e febbraio: Niente di vero, il romanzo di formazione di Veronica Raimo (Einaudi); Corpi celesti di Jokha Alharthi (Bompiani) in cui nelle vicende di tre sorelle e un matrimonio occidentale si narra dell'Oman contemporaneo e delle sue regole antiche e in trasformazione; Nefando di Monica Ojeda (Polidoro) in cui un immorale videogioco governa le menti di sei giovani spagnoli.

MILANO MIA, PORTAMI VIA


La megacity lombarda ma più ancora il suo stile di vita e le sue storie tra la tendenza e l'estremo - è al centro di molti titoli interessanti, tra cui Mordi e fuggi di Alessandro Bertante (Baldini+Castoldi): in uscita a fine gennaio, viene presentato come «il romanzo delle Br» e si concentra, mezzo secolo dopo, su lotta armata e sequestro narrati dal punto di vista di un brigatista, al grido di «Dovevamo provarci». Ci sono anche Corpi minori del milanese di Rozzano Jonathan Bazzi (Mondadori, febbraio) che mette al centro un ventenne di periferia che non vuole più sentirsi ai margini e Ma cos'è questo nulla? di Hans Tuzzi (Bollati Boringhieri), una più tradizionale indagine di Norberto Melis tra le strade di Milano condotta nel 1994 su un vecchio caso irrisolto che vede coinvolta la politica. Un inedito Alessandro Manzoni invece è protagonista della «ricostruzione biografica» di Poco a me stesso di Alessandro Zaccuri per Marsilio (gennaio).

PUBBLICARE È UN BEL RICORDO


Abbondanoi libri sui libri e alcuni offriranno succosi retroscena di pubblicazione, o almeno si spera: Ginevra Bompiani con La penultima illusione (Feltrinelli, gennaio) fa scorrere tra le pagine i ricordi di Umberto Eco, Italo Calvino, Elsa Morante, Giorgio Manganelli, Giorgio Agamben e la fondazione di una casa editrice; Sandro Ferri - fondatore con sua moglie di e/o - con il suo L'editore presuntuoso riflette sulla storia editoriale degli ultimi quarant'anni (e/o, febbraio), mentre Stefano Benni ricorda Inge Feltrinelli e la sua passione di editrice in La bambina che parlava ai libri (Feltrinelli, febbraio), un libro, inaspettatamente, per ragazzi.

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