Al Festival degli scrittori il vero fenomeno è il non scrittore Balasso

Al Festival degli scrittori il vero fenomeno è il non scrittore Balasso

nostro inviato a Pordenone

Pordenonelegge, Pordenone scrive, e persino Pordenone pubblica. Chi? Lo scrittore migliore. Anzi, il Scritore. Che «vive in Polesine, si nutre frugalmente e scrive dele cose dela vita».
In un festival in cui tutti scrivono e tutti leggono, la Fondazione pordenonelegge.it ha pubblicato, apposta per l'edizione 2013, Il libro del Scritore che è la prima irresistibile, dissacrante e irriverente raccolta di testi di un personaggio, anzi di un scritore, da tempo amatissimo dal popolo virtuale del Web e ora, a giudicare dagli affollati reading in piazza di questi giorni, anche del pubblico reale di Pordenonelegge. Signore e signori, dalla pagina facebook.com/ilscritore direttamente al self-publishing istituzionale, ecco a voi Natalino Balasso, lo scritore più applaudito del festivàl!
Paradosso di un festival letterario che conquista le paginate dei grandi giornali con giganti come Martin Amis e Arturo Pérez-Reverte, ma riempie le piazze con gli scrittori comici (o meglio umoristi), e metafora perfetta di un Paese che fa il tutto esaurito ai festival ma diserta le librerie, lo scritore Natalino Balasso è la vera star della più est-iva delle kermesse kulturali. Pordenone: dove si legge, si scrive e si pubblica. E dove l'appuntamento clou, tutti i pomeriggi del festival, alle 17 in punto in piazza XX Settembre (con gran finale stasera nella tensostruttura di piazza Motta), sono le affollate letture pubbliche di estratti de Il libro del Scritore di Natalino Balasso, uno partito da Porto Tolle, passato da Zelig e arrivato al cinema d'autore di Carlo Mazzacurati che ora pubblica senza firmalo e porta in piazza in un divertentissimo one-man-show Il libro del Scritore (che «No è un libro cualsiasi. No è che vai in libreria o su Amàzzon e lo òrdini. Per avere il libro del scritore tóca andare a Pordenone») che dissacra il mito dello Scrittore da festival e fa a pezzi - capitoletto per capitoletto, in una maccheronica neolingua veneta dietro la quale si sente addirittura Luigi Meneghello - i luoghi comuni letterari: come si descrive Il tramonto, come si raccontano I giovani, il successo dei generi narrativi, a partire dal noir (Esercisio nuar tipo: Non è un Paese per vechi, ma c'è anche un Esercisio per un romanso sentimentale e uno di fantasiensa...), parodie (Il dotor Gechil e Mister Aid) e satira sui topos letterari, come l'ispirazione poetica (La tristitudine). «Faccio satira sulla letteratura alta, ma rivolgendosi a una platea... diciamo... popolare».
Popolare, aria trasognata e sguardo dolente, a Pordenone - è vero, gioca in casa - la vera star è lui.

«Del resto - scherza Balasso, ma mica tanto - fra un filosofo che non si spiega e un cretino che si fa capire, la gente tendenzialmente sceglie di andare a sentire il secondo». Ecco perché qui a Pordenone ci sono un sacco di Autori veri che iniziano a guardare con sospetto il successo di questo anonimo Scrittore. Anzi, scritore.

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