Cultura e Spettacoli

La "Grammatica del nuovo mondo": così il Covid ha cambiato le parole

Non solo una tragica emergenza il Covid, ma una rivoluzione universale. Un cambiamento epocale che ha modificato anche il nostro linguaggio. La "Grammatica del nuovo mondo", il nuovo libro di Filippo Poletti (ed Lupetti) racconta proprio questo, come le parole con la pandemia hanno assunto nuovi significati

Foto Pixabay
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Attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione abbiamo imparato quanto le parole siano importanti, e quanto queste possano cambiare la percezione della realtà. Moltissimi studi hanno dimostrato che sia a livello pratico, che psicologico, il nostro cervello agisce in base alle parole che pronunciamo. Partendo da questo, è facile comprendere come il Covid e la pandemia in generale, oltre ad aver stravolto la nostra vita, abbia cambiato il nostro modo di esprimerci. Filippo Poletti, infuencer e giornalista milanese, ha scritto un nuovo interessante libro che racconta proprio questo cambiamento. Nella Grammatica del nuovo mondo (Ed. Lupetti) ha presentato 50 parole chiave e altrettante storie di cronaca, alcune note altre degne di diventarlo, che danno un nuovo valore e significato al nostro linguaggio.

Così alcuni aggettivi hanno invertito la loro valenza, diventano con la pandemia il contrario del loro significato comune. C’è quindi il termine "positivo", diventato con il Covid negativo, in quanto sinonimo di portatore del virus. Ci sono espressioni che hanno modificato il loro significato, come Mani Pulite, in questo caso come raccomandazione di sanificazione. O ancora il termine RT che ora indica anche il tasso di contagio, non solo il retweet di Twitter. Abbiamo iniziato ad usare parole che prima pronunciavamo raramente, come mascherina, smart working, infodemia, o conosciuto nomi nuovi che hanno scritto pagine di attualità, come quello dell'infermiera di Cremona Elena Pagliarini, o la ricercatrice dello Spallanzani Francesca Colavita.

“La Grammatica del nuovo mondo può insegnarci tanto, le pagine del libro di Filippo Poletti sono affascinanti", scrive il filosofo Salvatore Vecca nella sua prefazione, "Noi non siamo i signori dell’universo. Noi siamo nello stato contingente dell’essere “creature”, nel senso che il mondo non è in alcun caso nostro. Il nostro slogan “una sola umanità, un solo pianeta” va integrato con la glossa che ci ricorda che, come viventi, noi non siamo “soli”. Questa glossa elide la pretesa illusoria dell’eccezionalità antropocentrica”. Una prefazione che assume un’importanza particolare perché è l’ultimo testo, quasi un testamento del grande filosofo scomparso il 7 ottobre 2021. Con la post fazione di Luigi Ballerini, la Grammatica del nuovo mondo, è quindi un utile strumento di comprensione e conoscenza, perché il Covid e la conseguente pandemia, hanno portato una nuova rivoluzione universale.

Non solo dunque una tragica emergenza sanitaria, ma un vero e proprio cambiamento epocale.

Grammatica del nuovo mondo

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