«Lì sono nate le mie canzoni»

«Lì sono nate le mie canzoni»

P atty Pravo è stata un personaggio simbolo del Piper, la «ragazza del Piper» bella e disinibita che ha fatto girare la testa, prima di diventare un'icona pop, a migliaia di beat italiani.
Cosa ricorda di Giancarlo Bornigia?
«La sua disponibilità, il modo di affrontare con leggerezza qualunque problema e il suo ruolo nella storia nell'evoluzione del Piper e del costume italiano. Mi dispiace di non averlo conosciuto meglio, perché io ero a stretto contatto con Alberigo Crocetta, che è stato anche il mio manager».
Come arrivò al Piper?
«Ero a Londra a godermela ma mi giunse voce di questo locale pazzesco a Roma, così chiesi il permesso alla nonna, perché avevo solo 15 anni, e mi precipitai. Era un posto favoloso per ballare».
E come fu scoperta?
«Era facile fare amicizia al Piper. La prima sera ho conosciuto Arbore, Boncompagni e Luigi Tenco. Poi un giorno mi si è avvicinato Crocetta e mi ha detto: “ma tu canti come balli?”, e io con l'impeto della gioventù gli dissi certo che sì».
Com'era il suo repertorio dell'epoca?
«Brani blues e rhytm'n'blues inglesi e americani insieme alla mia prima band, i Cyan Three».
È vero che alle pareti c'erano quadri di Warhol e Schifano?
«Sì, e chissà dove saranno finiti, magari buttati via».


E il suo primo singolo Ragazzo triste?
«Si può dire che sia nato nell'ambiente Piper. È la versione italiana di But You're Mine di Sonny e Cher nata da un'idea di Gianni Boncompagni e Crocetta mentre erano in giro assieme».

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