Una scultura? Un'architettura? Un'installazione d'arte contemporanea? Un monumento? Un simbolo? Una provocazione? Un gioco? Una metafora? Una foresta incantata? Una parete attrezzata per rocciatori metropolitani? "Bib Bambù", la «pira» di 33 metri alzata a Roma davanti al Macro Testaccio, è un po' tutto questo. Ottomila aste intrecciate, dieci chilometri di fil di ferro, due mesi di lavoro per realizzarla. Adesso per salirci c'è sempre la fila: dai Castelli al mare, da lassù la vista è incredibile.
L'opera è firmata dai due gemelli del New Jersey Mike e Doug Starn, neonate star del mondo dell'arte contemporanea. Un anno fa ne realizzarono una molto simile, "You can't, you don't and you won't stop" e la piazzarono nell'area del Metropolitan di New York: quell'installazione fece storia, fu la nona esposizione più votata nella storia del museo e la quarta al mondo di quell'anno. Si prevede un'analogo successo.
"Big Bambù" ha vinto il progetto Enel Contemporanea per il 2012. L'anno scorso il premio fu assegnato alla "Giostra in movimento" di Carsten Holler, nel 2010 invece si classificò prima la "Casa con le farfalle vive all'interno" del duo Bik van der Pol. I due gemelli Starn hanno donato la parete alla città: non si sa ancora se resterà per sempre lì o se verrà rimontata da un'altra parte. Intanto da martedì scorso c'è già folla davanti al vecchio mattatoio del Testaccio, curiosi, appassionati d'arte e scalatori, tutti pronti a un'avventura a metà tra Indiana Jones e Eurodisney pur di guadagnare la vetta e godersi un panorama indimenticabile.
Ma la parete non è per tutti. Il regolamento è ferreo.
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