Cambiano i governi niente cambia lassù... c'è un buco nello Stato dove i soldi van giù... la benzina ogni giorno costa sempre di più... con il salario di un mese compri solo un caffè... Così raccontava l'Italia Adriano Celentano nella canzone Svalutation, e era il 1977. E quindi? Corsi e ricorsi? È forse il senso dell'esperimento letterario di Giuseppe Culicchia, che pubblica per Mondadori la versione remixed di un suo romanzo di successo uscito nel 1994 per Garzanti, Tutti giù per terra. Dove la storia è spostata in avanti di vent'anni, e Walter, «il primo precario della narrativa italiana», si ritrova ugualmente precario ai giorni nostri. Non solo il primo precario ma anche il più riuscito e simpatico, poi sono venuti, con intenti più predicatori e lagnosi, Edoardo Nesi e Aldo Nove, il primo ha vinto lo Strega, il secondo ha avuto le crisi mistiche e scrive libri sulla Madonna e San Francesco.
Nella nuova versione entrano gli smartphone, internet, Twitter, Facebook, Youtube, che però non incidono nella sostanza della vita. Nella realtà interiore si muovono le aspirazioni, i desideri, i sentimenti, i rapporti quotidiani, i genitori che litigano. Oppure il cartellino da timbrare in un Centro Accoglienza Zingari il cui acronimo è significativamente C.A.Z.
Un vecchio critico marxista potrebbe interpretare il senso del remixed di Culicchia come la riprova della separazione tra struttura economica e sovrastruttura culturale. Ma lo stesso critico sarebbe in difficoltà con un altro classico del pensiero marxista: che delle due strutture la seconda dipenda dalla prima, o che i mezzi di comunicazione siano uno strumento di controllo delle masse. Masterchef, Uomini e donne, il Grande Fratello, La pupa e il secchione sono immagini senza spessore, chiacchiere di mondi lontani.
Tenete conto, però: sarebbero un rumore di fondo anche Servizio Pubblico o Piazza e Pulita e tutte le trasmissioni politicamente impegnate. È una scena che avrei aggiunto in questo upgrading del libro: mostrare come, a livello sociale, Servizio Pubblico e il Grande Fratello, un balletto da Amici o un monologo di Marco Travaglio, siano fruiti allo stesso modo, come due forme di intrattenimento.
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