L'Amelie italiana: una promessa di bellezza

Il “Male Minore” è un breve viaggio – appena 84 pagine - nella psiche e nell'estetica attraverso la testa della protagonista Clementina, novella Amelie

L'Amelie italiana: una promessa di bellezza

Il “Male Minore” di Arianna Giancani (Edizioni Ensemble, 2015) è un breve viaggio – appena 84 pagine - nella psiche e nell’estetica attraverso la testa di una protagonista il cui nome è già un chiaro messaggio di unicità: Clementina.

Protagonista dal carattere assoluto e dai tratti talora lirici, Clementina ha ventinove anni e lavora come naso (ossia passa le giornate a creare e codificare i “sapori”) in una città il cui unico tratto distintivo è il mare, piacere prediletto dalla ragazza.

Amélie italiana, Clementina è una cultrice dei cosiddetti “piccoli piaceri” che, nel suo mondo, sono tutt’altro che piccoli; rappresentano, piuttosto, i riflessi dell’imperativo che guida la sua esistenza: la ricerca epicurea del piacere, condizione necessaria della felicità. L’incontro con un ragazzo dalle enormi labbra capovolge in un attimo, letteralmente, l’esistenza della protagonista: imprigionata dal colpo di fulmine reagisce ad un presunto rifiuto dell’amato – che chiama come un filosofo greco – disperandosi senza misura e destando sospetti di superficialità, ma solo in un lettore avventato.

È a questo punto del romanzo che si scopre il vero fulcro della storia: non tanto una ricerca di grazia e bellezza (confusa continuamente col piacere e identificata in doti come il coraggio o la leggerezza) ma, piuttosto, un’ossessione per la bruttezza cui l’autrice dichiara guerra imbastendo la trama con giudizi continui e punti di vista assoluti.

Un incontro immerso in un’atmosfera irreale, subito dopo il presunto rifiuto dell’amato, impedirà alla protagonista di continuare a provare piacere guardando le finestre illuminate degli altri, bevendo champagne o facendo un bagno caldo; il libro, a quel punto, sarà un tentativo unico di riconquistare la capacità persa di riconoscere il bello, di esserne salvata.

I tratti vaghi dei luoghi e dei personaggi (descritti con rapide pennellate come ragazzi bovini, cuochi ossuti e amiche fidate, ma niente di più) accentuano l’atmosfera surreale del libro che, a momenti,

sfocia nel “magico” senza dare spiegazioni, mentre la scrittura elegante e “visiva” fa correre al finale senza interruzioni.

E' un’opera prima che fa promesse che, se mantenute, varranno senz’altro la lettura del prossimo.

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