«L'arte è inutile e sterile. Nel momento stesso in cui viene venduta è sterile». Potrebbe essere uno dei tanti aforismi di Oscar Wilde, ma non lo è. O meglio: è l'inizio della prima delle due lettere inedite dello scrittore che pubblichiamo in questa pagina per la prima volta in Italia. È indirizzata al giovane ammiratore Bernuff Clegg il quale, terminata la lettura di Il ritratto di Dorian Gray , nell'aprile del 1891 invia una missiva a Wilde in cui «osa chiedere in quale delle sue opere posso trovare sviluppata l'idea della totale inutilità dell'arte».
La risposta di Wilde non si fa attendere. Come non manca quella seguita all'invito da parte del reverendo John Page Hopp, organizzatore di un convegno sulla «Riforma del sistema dei funerali e dei lutti». Anche in questo caso lo scrittore non le manda a dire sottolineando che «l'attuale ostentazione e stravaganza dei riti funebri male si accorda con i veri sentimenti di coloro alla cui porta ha bussato l'Angelo della morte» e che «se un uomo ha bisogno di un'elaborata pietra tombale per essere ricordato dal suo paese, è segno che la sua vita è stata superflua».
Non mancano l'ironia feroce, la modernità e le provocazioni che hanno contribuito alla fama di Wilde, come si evince da Le lettere complete di Wilde (in uscita dal Saggiatore a fine novembre), la più ampia raccolta dei carteggi dello scrittore, basata sull'edizione americana ( The Complete Letters of Oscar Wilde , datata 2000) e in Italia a cura di Silvia De Laude (filologa romanza oltre che curatrice con Walter Siti delle opere complete di Pier Paolo Pasolini nei «Meridiani Mondadori) e Luca Scarlini, saggista, drammaturgo e traduttore. «Un Wilde - ci spiega in anteprima Silvia De Laude - pronto a discettare su tutto: dalla metrica antica ai cappelli per signora, dagli usi funerari alla composizione delle famiglie mormone sino all'importanza dell'educazione tecnica e dell'artigianato nella formazione del carattere. Uno scrittore ormai circondato da attrici, gran dame, un astrologo, molti giovanotti di belle speranze, ricattatori. Il dandy amatissimo, ma anche l'escluso, trattato come un reietto dopo l'esperienza del carcere».
Un Wilde imperdibile che, come sempre più spesso accade oggi, è più citato che letto.
Un Wilde capace, però, anche di infinite tenerezze, come dimostrano anche le Fiabe inedite (con illustrazioni di Charles Robinson) che saranno pubblicate dalla casa editrice Elliot a fine novembre.Twitter @gianpaoloserino
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.