Fiera Milano

Miart, se una fiera diventa laboratorio della creatività

Tante novità per la fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea che si terrà dal 5 al 7 aprile 2013 a Fieramilanocity. Vincenzo De Bellis, 35 anni, nuovo direttore artistico: un centinaio tra le migliori gallerie italiane e di interessanti presenze straniere: marcato l'accento internazionale della manifestazione che prevede una grande inaugurazione in contemporanea dei maggiori spazi espositivi della città per offrire ai 150 ospiti d'eccezione (direttori, curatori, collezionisti da tutto il mondo) un assaggio del “laboratorio Milano” per "fare sistema"

Miart, se una fiera diventa laboratorio della creatività

Strano animale, il mercato dell'arte. La borsa è altalenante, l'economia in crisi eppure i collezionisti tengono duro. Il contemporaneo tiene, il moderno vola. È di ieri l'annuncio di Christie's per un Brancusi da record (Une Muse, 10-15milioni di dollari), che andrà in asta il 7 novembre. E poi ci sono le fiere, che fanno incontrare galleristi, artisti, collezionisti, appassionati. Che lanciano tendenze. Che fanno scandalo. Soprattutto, che «hanno dimostrato grande capacità di rinnovamento davanti ai cambiamenti del mondo dell'arte».
Ne è convinto Vincenzo De Bellis, 35 anni, nuovo direttore artistico di Miart 2013, la fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea di Milano, giunta alla 18esima edizione. Tante le novità per un appuntamento fissato dal 5 al 7 aprile a Fieramilanocity e con l'idea di non esaurirsi in tre giorni. Di «programma triennale» parla il direttore, affiancato da un team giovane per promuovere un evento che vuole essere «enzima della città». «Il collezionista italiano oggi è molto prudente - spiega De Bellis - il momento è difficile». Miart risponde con una “chiamata alle armi” di un centinaio tra le migliori gallerie italiane e di interessanti presenze straniere: marcato l'accento internazionale della manifestazione che prevede una grande inaugurazione in contemporanea dei maggiori spazi espositivi della città per offrire ai 150 ospiti d'eccezione (direttori, curatori, collezionisti da tutto il mondo) un assaggio del “laboratorio Milano”. In fiera ci sarà molto contemporaneo, ma anche tanto moderno, «il settore ancora più amato dai nostri collezionisti», commenta De Bellis. Quattro le sezioni: Established per le gallerie più affermate, Emergent per quelle d'avanguardia, poi THENnow dove un arista storico e un giovane saranno messi a confronto e, vera novità, Object che esporrà il design in edizione limitata, a dimostrazione che il confine che separa l'arte applicata da quella contemporanea è sempre più sfumato.
Miart è prima di tutto una fiera in cui le opere si devono vendere e le istituzioni daranno il buon esempio: tre i premi e fondi d'acquisto (Lombardia Art Prize, Fondazione Fiera Milano Acquisition Fund e Rotary Club Milano Brera) e un ricco programma di «talks», conversazioni sul mondo dell'arte. Ci saranno eventi per il pubblico come il «fuori fiera» organizzato con la Fondazione Trussardi e approfondimenti per addetti ai lavori. Su tutti, la pubblicazione, per i tipi di Walther König, di un saggio a cura di Francesco Garutti e Vincenzo De Bellis sul format delle fiere d'arte. Eventi che inseguono il mercato senza dubbio, a volte persino eccessivi, è vero.

Ma ormai tappa imprescindibile per chiunque voglia domare quello strano animale che è l'arte contemporanea.

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