Una donna doveva essere, e donna è stata, anzi Femmina. Femmina da fotografare, Fotografando Monica, Scandalosa Monica. La Monica delle camelie. Monica Guerritore, La lupa del teatro italiano, è stata nominata presidentessa della Giuria del Campiello, 52esima edizione, di scena a settembre. Chi meglio della Venexiana per un Campiello? Scelta più che correct.
Doveva essere donna, lo si ripeteva da anni, sono dieci che una donna non presiedeva il premio - Lina Wertmüller, 2004 - e Confindustria, sempre più sensibile alle quote rosa in azienda, questa volta ha deciso. La signora Guerritore per riconosciuti meriti teatrali, culturali e democratici guiderà le scelte letterarie della Giuria dei critici, la professoressa nella classe dei Paccagnini, dei Nigro, dei Daverio... Chissà che cinquina sarà. Dal Giardino dei Ciliegi alla Fenice. Teatro totale.
E è andata bene, lo scorso anno al suo posto c'era Crepet, che hanno tutti preso in giro (e invece i libri li leggeva davvero). Ma soprattutto, secondo voci di calli veneziane quest'anno rischiava di arrivare Concita De Gregorio, e quando qualche collega giurato ha visto un paio di giorni fa la sua entusiasta recensione su Repubblica del nuovo romanzo di Valeria Parrella, ha temuto che ci fosse già il vincitore senza dover neppure decidere. Tanto più che, secondo voci di corridoi milanesi, Einaudi si è già «impegnata» a «impegnarsi» al massimo per far vincere il Campiello alla Parrella. E chissà come andrà.
Comunque, Monica Guerritore è la presidente perfetta, la Boldrini dei salotti letterari, elegante, austera, severa, ma con quel-non-so-ché di transgressive, un po' Madame Bovary, un po' La signorina Giulia. Ah, Strindbergh e l'odio di classe, la violenza e la volgarità contro la bellezza e la superiorità culturale... Che spettacolo.
Nuovo, necessario passo verso una sana spettacolarizzazione della cultura che avvicini la gente ai libri, la nomina della signora Guerritore a presidente della Giuria arriva dopo quelle - a ritroso negli anni - di Massimo Cacciari, Giuseppe Tornatore, Mario Botta, Gianni Letta, Joaquín Navarro-Valls, Giorgio Albertazzi, Umberto Veronesi.
La serata della finale, lo scorso anno, fu condotta in diretta Rai da Neri Marcorè e Geppi Cucciari. E ci fu chi ci rise sopra.
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