Dal rigattiere di parole: "Soverchio, soperchio"

Dal rigattiere di parole: "Soverchio, soperchio"

Eccessivo, esagerato, ma con connotazioni quasi sempre negative (Dir). Soverchiare significa oltrepassare, sormontare, sovrabbondare ma soprattutto abusare, opprimere, traboccare (solo per il D’Alberti anche vincere). Soverchio è aggettivo, ma anche sostantivo.

Il Rigutini-Fanfani, alla voce temperare spiega: “Moderare il soverchio da chechessia”. Un pluricitato proverbio recita: “Il soperchio rompe il coperchio”, cioè ogni eccesso è dannoso. Soverchieria (o soperchieria) è una sopraffazione, una forzatura, un sopruso, un’angheria. Deriva dal latino superculum (da super, sopra, oltre), ed è parola molto antica, usata anche da Dante. Nei dizionari, fino alla fine dell’Ottocento la forma prevalente è “soperchio”, mentre nei tempi successivi il maggior uso slitta su “soverchio”, appunto. La famiglia comprende anche soverchianza, soverchiatore, soverchiamente, soverchiamento, soverchievole (atto a soverchiare).

Il Deli, a proposito delle alterne fortune della parola, riferisce che, secondo il Migliorini, nel Cinquecento “la tendenza a rimettere in circolazione i toscanismi arcaici non ebbe effetti molto vistosi: tuttavia un certo numero di vocaboli come altresì, guari, autorevole, sovente, soverchio, testè, uopo e qualche altro rientrano in questo periodo nell’uso letterario, e alcuni addirittura

torneranno per questa via a radicarsi nell’uso quotidiano”. (La parola testè in molti dizionari è scritta con l’accento acuto, in altri con l’accento grave. Qui si è preferito riprodurre la grafia della Crusca e del Tommaseo).

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