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Fedor Mikhailovic Dostoevskij nacque a Mosca nel 1821. Il padre era medico dal carattere stravagante e dispotico. Nel 1828 il padre fu iscritto assieme ai figli nel "libro d'oro" della nobiltà moscovita. La madre di Dostoevskij morì quando egli aveva solamente 16 anni e fu iscritto alla scuola militare a Pietroburgo. Nel 1839 il padre, il quale nel frattempo aveva sviluppato una forte tendenza all'alcol e al maltrattamento dei suoi contadini, venne ucciso probabilmente da questi ultimi.

Alla madre, Fedor dovette il suo amore per la musica, la letteratura e la preghiera, che lo porteranno ad abbandonare la carriera militare per dedicarvisi. In quel periodo di guadagnò da vivere grazie alle traduzioni di francese. Iniziò a scrivere il suo primo libro, Povera gente, che venne pubblicato nel 1846 e che ricevette importanti elogi critici. Nel 1847 la salute già cagionevole di Dostoevskij peggiora, portandolo a diversi attacchi epilettici che lo accompagneranno per tutta la vita. In questo periodo scrisse Le notti bianche.

Lo scrittore russo iniziò a frequentare i circoli rivoluzionari: nel 1849 venne arrestato e imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo con l'accusa di cospirazione. Dostoevskij venne condannato insieme ad altri venti imputati alla pena di morte mediante fucilazione, dalla quale fu salvato grazie all'intervento dell'imperatore Nicola I che tramutò la pena di morte in una condanna ai lavori forzati (per 4 anni) in Siberia. La dura esperienza lo segnò fisicamente e moralmente. Terminata la pena venne mandato a Semipalatinsk e passerà dal grado di soldato semplice a quello di ufficiale.

Qui conoscette Marija, la sua futura moglie. Per motivi di salute nel 1859 Dostoevskij venne congedato e si trasferì a Pietroburgo e scrisse Umiliati e Offesi. Poté così dedicarsi nuovamente alla letteratura e scrisse il suo secondo romanzo, Il sosia, al quale seguì l'anno dopo, Romanzo in nove lettere. Nel 1966 uscirono molti dei grandi successi di Dostoevskij: Delitto e Castigo, Il Giocatore, L'Idiota e )I Demòni. Nel 1874 venne arrestato una seconda volta per violazione delle leggi sulla censura.

Alla pubblicazione de I fratelli Karamazov, le letture pubbliche di Dostoevskij richiarono folle immense di ascoltatori e di adepti della sua opera. Fedor Dostoevskij morì il 28 gennaio 1881, in seguito ad un peggioramento dell'enfisema polmonare di cui era affetto.

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