Il "suono" del lockdown: un progetto per dar voce all'Italia del Covid

Un podcast di fiction che vede due indagatori del futuro guardare indietro verso questo stralunato periodo per ricostruire, trattando le tracce digitali come reperti archeologici, quattro storie di vita in quarantena

Il "suono" del lockdown: un progetto per dar voce all'Italia del Covid

“Decenni che compiliamo lunghe liste di romanzi che ci porteremmo nell'isola deserta, poi nell'isola deserta ci arriviamo davvero e non leggiamo neanche una pagina?”. È uno dei messaggi pescati nella Rete che è circolato nelle settimane in cui il mondo è stato costretto a trattenere il respiro a causa del lockdown. Il mondo intero, chiuso in casa, ha confidato ai social i propri pensieri, le ansie, le aspettative. Surfando tra queste tracce digitali, si può ricostruire cosa stavamo per fare al momento in cui è scattata la quarantena globale, a che punto si è interrotto il nostro cammino e cosa è successo dopo, nel chiuso delle nostre case.

Il bisogno di comunicare è stato ingigantito dall'isolamento. Ne è la prova anche il boom di un nuovo media, il podcast, che ha fatto segnare a marzo un aumento del 10 per cento degli ascolti e ad aprile del 29 per cento. Il boom degli audio on demand ha interessato soprattutto i podcast a tema religioso-spirituale: +1.500 per cento. Non solo sono aumentati gli ascolti, ma anche gli autori. I podcast sono ora come le radio libere degli anni 70: un'esplosione di creatività che ancora non si ancora strutturata in un'industria culturale. In Rete ci sono già contenuti di ogni tipo. Si possono ascoltare podcast con storie horror, gialli, drammi, storie di viaggio, lezioni di lingua e marketing, biografie. Il tratto comune è la capacità di mescolare il fascino della voce a quello di suoni e rumori, per costruire una narrazione che spesso sa essere avvincente. E il tutto on demand: si ascolta sullo smartphone, su alexa o sul computer quando se ne ha voglia. Ecco perché in futuro il podcast potrebbe stare alla radio come Netflix e simili stanno alla tv generalista.

In questa esplosione di creatività si inserisce la produzione di Giuseppe Marino, giornalista del Giornale, e Laura Eduati, giornalista e autrice. Ispirandosi al poema Necropolis di Luc Sante, hanno raccolto decine e decine di queste tracce digitali cucendole insieme. Dal progetto di ricerca (qui la pagina Facebook) è nato un podcast di fiction che vede due indagatori del futuro guardare indietro verso questo stralunato periodo per ricostruire, trattando le tracce digitali come reperti archeologici, quattro storie di vita in quarantena.

Il podcast ha le musiche originali di Antonella Benanzato e raccoglie messaggi whatsapp, vocali, post sui social e rumori dalle città in lockdown di tutto il mondo. Il titolo è “Lockdown. Tracce digitali dal futuro”. Si trova su Spotify, Apple Podcast e Spreaker cercando il titolo oppure i lettori del Giornale.it possono ascoltarlo qui. Basta indossare le cuffie e cliccare.

Tutte le puntate

- La ragazza alla finestra

- Fuori dai radar

- Un gelato in spiaggia

- La fuga

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