«Dacci i soldi oppure rapiamo tuo figlio»

Entrano in villa, picchiano una donna e minacciano il figlio di 9 mesi. «Dacci i soldi o te lo portiamo via». Poi fuggono attraverso la tenuta presidenziale. Un quarto d’ora di terrore ieri mattina in un’abitazione in via Dobbiaco, all’Infernetto. «Mefisto» calato sul volto e armi alla mano, dopo aver scardinato una finestra al piano terra, immobilizzano la proprietaria, Giorgia S., 31 anni. La donna è sola, il marito, 30 anni, tipografo, è al lavoro. Drammatico il faccia a faccia con i banditi: «Non avevo altro da consegnare che poche decine di euro», racconterà la donna, ancora sotto shock, agli zii che vivono accanto, Vincenzo S. e Maria P. Ma i due, accento dell’Est Europa, non mollano. Si guardano attorno. Vogliono oro, soldi, gioielli. La poveretta insiste: «Non ho nulla di valore, prendete la tv, l’impianto hi-fi». I delinquenti vanno su tutte le furie. Uno dei due la schiaffeggia, poi la colpisce per due volte in pieno volto con un gomito e le strappa la catenina d’oro al collo. Infine la minaccia di rapire il neonato. La donna urla e piange. A quel punto i rapinatori decidono che è meglio filarsela, non prima di essersi messi in tasca un paio di cellulari trovati in camera. Pochi secondi dopo spariscono, lasciandosi però dietro tracce a non finire. Giorgia telefona ai parenti. «Quando ci ha chiamato era terrorizzata - racconta lo zio Vincenzo - abbiamo chiamato immediatamente il 113». Sono passate le 11,20, le volanti del XIII commissariato ci mettono una manciata di minuti per raggiungere la villetta mentre un’ambulanza trasporta in ospedale la donna assieme al figlio. Il marito si precipita al Grassi di Ostia. Le condizioni della moglie e del bimbo, fortunatamente, sono buone. Solo tanta paura, soprattutto per il piccolo. «Era spaventatissimo per quello che era accaduto - continuano gli zii della donna -, non voleva andare nelle braccia di nessuno tranne che in quelle della mamma. Piangeva e singhiozzava». Gli agenti della «speciale» iniziano le ricerche dei criminali mentre i colleghi della scientifica rilevano impronte e ogni segno utile alle indagini. Setacciando il perimetro della struttura i poliziotti recuperano uno dei due cellulari rapinati. «L’hanno perso durante la fuga», commentano gli inquirenti mentre lo consegnano ai tecnici per le comparazioni di laboratorio. La speranza è quella di rilevare almeno un’impronta utile all’identificazione dei balordi.

L’ennesimo fattaccio per un quartiere letteralmente in ostaggio di ladri e rapinatori. Decine le razzie negli ultimi mesi, a cominciare da quelle in via Merano, altra strada confinante con la Riserva di Castelporziano, presa d’assalto da banditi a tutte le ore del giorno e della notte.

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