Dai Beatles all’assassinio di Kennedy

L’anno 1963 iniziò con i primi successi dei Beatles, con un’America innamorata del suo giovane e dinamico presidente John F. Kennedy e con un’Italia che plaudiva il suo «Papa buono», Giovanni XXIII. Finì con l’improvvisa scomparsa del Pontefice, con un governo britannico in ginocchio dopo lo scandalo Profumo e con la tragica e violenta morte di JFK. In una Gran Bretagna la cui società stava cambiando e modernizzandosi, il premier conservatore Harold Macmillan era una figura quasi d’altri tempi, con un’immagine da aristocratico della vecchia Inghilterra non più in grado di incutere deferenza e rispetto. Il suo governo era al potere dal 1951 e l’elettorato era ansioso di cambiamento. E fu così che, alla fine di uno degli inverni più freddi della storia britannica, furono i media gli autori del primo attacco alle vecchie gerarchie del potere, permettendosi, per la prima volta nella storia del giornalismo britannico, di mettere sotto gli occhi di tutti gli affari privati di un ministro del Gabinetto, John Profumo.

Lo scandalo Profumo cambiò per sempre i rapporti tra i politici e la stampa, ponendo fine alla loro intoccabilità e mettendo la loro vita privata sotto un continuo scrutinio, lo stesso che al giorno d’oggi spesso degenera in ossessione. Le nuove generazioni, con la loro nuova musica, l’arte pop e le minigonne, potevano finalmente scrutare fin sotto le lenzuola quegli aristocratici e rigidi conservatori, e decidere la fine di un’era.

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