La conciliazione ha esito positivo quando le parti, aiutate dal conciliatore, hanno trovato un accordo che risolve la loro disputa. Qual è la natura di questo accordo?
Innanzi tutto dobbiamo fare una prima distinzione a proposito del tipo di controversia di cui ci stiamo occupando: ci sono conflitti a contenuto non economico e conflitti a contenuto economico.
Rientrano nel primo gruppo tutti i conflitti riconducibili alla sfera sociale: quindi tra vicini di casa, tra familiari, nelle scuole, ospedali, per fare qualche esempio.
Rientrano invece nel secondo gruppo tutti i conflitti riconducibili alla sfera civile e commerciale: quindi, esemplificando, tra operatori economici, tra consumatori e imprese, tra cittadini per risarcimenti, per fare i casi più frequenti.
Anche gli obiettivi da raggiungere, di conseguenza, sono diversi. L'obiettivo della conciliazione in materia sociale è quello di ripristinare un rapporto personale incrinato, facilitando la comunicazione per superare fraintendimenti e antichi rancori. Se l'accordo è raggiunto, questo avviene dopo la reciproca comprensione del disagio di ciascuno, e si traduce in norme di comportamento che le parti si impegnano a tenere.
Quando, invece, la controversia riguarda una questione commerciale, l'accordo a cui le parti possono arrivare è in sostanza di due tipi: c'è un accordo che definisce e chiude il passato e c'è un accordo che supera il passato e programma il futuro.
Nel primo caso, la soluzione al conflitto è un insieme di regole che le parti stabiliscono in piena autonomia e che concludono in modo soddisfacente per entrambi un rapporto di natura economica ormai esaurito.
Nel secondo caso, invece, gli accordi per il futuro rappresentano un nuovo contratto che avrà clausole sue e che sostituisce il contratto precedente da cui era derivata la controversia.
Ma qual è il rischio di inadempimento per questo nuovo contratto?
«Obiezione legittima - commenta Luigi Pagliuca, presidente dell'Asac (Associazione per lo sviluppo delle agenzie di conciliazione) - a cui possiamo rispondere con i dati relativi alle conciliazioni che come Asac abbiamo gestito in questi due anni: tra tutte le procedure concluse positivamente, non si sono mai verificati casi in cui laccordo è stato disatteso. Questo poiché laccordo non nasce mai da un'imposizione, ma sempre da una precisa volontà delle parti».
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