Provate voi ad allenarvi sognando il Roland Garros, con in lontananza leco delle bombe che devastano il proprio paese. Riempire di terra una piscina in disuso per trasformarla in campo da tennis. Sognare un futuro stile Monica Seles. E, poi, neanche venti anni dopo, trovarsi numero 1 del mondo. Anche questo è essere Ana Ivanovic.
Una ragazza che colpisce a prima vista per il viso pulito e laria da bambina che mantiene a quasi 21 anni. Poi entra in campo e non ti spieghi come possa tirare con naturalezza certe bordate col diritto. Quei colpi che hanno condannato la Safina nella finale di Parigi.
Ana Ivanovic è nata a Belgrado, classe 1987, a 5 anni aveva già la racchetta in mano: i genitori, stressati dalle richieste continue della figlia, avevano dovuto regalargliene una (la seconda invece fu un gentile dono di Janko Tipsarevic, che ai tempi era il numero uno tra gli juniores e, vedendo con quale racchettina giocasse Ana, gliene diede una delle sue già usate). Mamma e papà in fondo cercavano solo un po di calma: si sono ritrovati in casa una campionessa.
Ma il lungo viaggio verso il comando della classifica Wta non è stato facile, fondamentale laiuto di tre figure in particolare. In primis la mamma, che ha abbandonato il lavoro da avvocato per seguirla in giro per il mondo. «Mia madre è davvero la mia migliore amica», non si stanca di ripetere Ana. Poi il suo coach Sven Groenveld che «mi ha migliorata in tutto, insegnandomi i piccoli e grandi trucchi del mestiere». E infine il manager, Dan Holtzman che la aiutò a firmare il primo contratto vero, nonostante la prima volta che si erano visti aveva giocato un pessimo «Bonfiglio» (trofeo juniores a Milano, ndr).
Le stesse persone che, dopo un anno decisamente difficile, il 2006, la hanno aiutata a tornare la ragazza di due anni prima quando scalò 608 posizioni nel ranking (record assoluto).
Ora la bella Ivanovic (provate a cercare il suo nome su Google, spesso e volentieri i link portano a gallerie di immagini e non a risultati tennistici...) guarda tutte le altre dal tetto del mondo, è stata la più brava ad approfittare del ritiro di Justine Henin.
Eppure rimane la ragazza timida che adora Friends, sit-com americana, che appena può si sottopone a lunghe sessioni di shopping con la mamma e che, tanti anni dopo, ha ancora un rapporto strettissimo di amicizia con Novak Djokovic, altro nastro nascente della Serbia, conosciuto quando erano piccoli. Assoluto riserbo sulla vita sentimentale, ma ora che in giro sarà molto più riconosciuta, la privacy rischia di diventare un piacevole ricordo.
Da Belgrado a Parigi la strada è stata lunga e ora le uniche bombe che Ana Ivanovic vuole vedere, sono quelle che nascono dal suo magico braccio destro.
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