Roma

Dare voce allo scontento per battere Veltroni

Dare voce allo scontento per battere Veltroni

Stefano De Lillo*

Ha ragione Raffaele D’Ambrosio: la CdL deve incontrarsi al più presto per definire un programma e identificare il candidato sindaco che sfidi Veltroni. Come il capogruppo regionale di Forza Italia ha indicato, la partita su Roma non è affatto persa: in una città in cui le abitazioni sono occupate per decreto di un presidente di Municipio, le aree verdi sotto tutela sono trasformate in campi nomadi per decreto del sindaco, e le famiglie, le persone che lavorano, tutti coloro che si aspettano un’amministrazione che faccia il suo mestiere di gestire strutture e servizi pubblici, sono messi sotto scacco da una politica fatta di atti dimostrativi, di incursioni nella legalità e di violazioni delle norme del buon senso, c’è spazio, e tanto, per lavorare bene. La capitale è costretta a invidiare Bologna, dove il sindaco si è schierato con i cittadini in nome della legalità. Tutto questo, e i conflitti di una sinistra abile soltanto nel dare di sé e della città un’immagine ben diversa, devono costituire oggi per noi uno stimolo forte: la CdL ha la responsabilità di dar voce ai cittadini. Lo scontento c’è, ed è forte. Dobbiamo essere attenti a coglierlo. Anche se non è la polemica o la demagogia la nostra cultura di governo, ma la capacità e la volontà di fare. Forse sbagliando, a volte, ma certo anteponendo la cura dei servizi, della cosa pubblica, a quella delle parole, agendo piuttosto che limitandoci a discutere. Ebbene, questo è il momento di agire. Se la sinistra è il luogo della dialettica, la CdL è la casa della concretezza. Noi parliamo con i fatti e crediamo che gli italiani e non solo i romani siano sempre più costretti a guardare in faccia la realtà e non la sua rappresentazione. Del resto, se non è distratto o disinformato è a questo che un cittadino, nelle democrazie occidentali, è attento, ed è su questo che premia o condanna la classe politica: non su quello che dice ma su quello che fa. E su questo non temiamo certo la concorrenza della sinistra. Laddove abbiamo governato le cose sono migliorate. Sono tanti i Comuni, certo non la capitale, nei quali i cittadini hanno visto tornare ordine e pulizia nelle strade, sono tanti i municipi che hanno saputo far tesoro delle loro risorse per ricostruire decoro urbano, servizi, qualità della vita. Un esempio più vicino alla storia della capitale: col sindaco Rutelli, i governi nazionali di sinistra e i finanziamenti per il Giubileo Roma non riuscì ad ottenere i fondi per realizzare la metro C. Se oggi Roma può sperare di realizzarla non è perché è cambiato il sindaco, espresso sempre dalla sinistra, ma perché è cambiato il governo nazionale, passato al centrodestra. Senza contare il ruolo strategico che ha avuto la giunta Storace nel sostenere il finanziamento della metro C, che la giunta Badaloni non riuscì a dare.


Serve dunque uno scatto d’orgoglio, e la presa d’atto di una realtà semplice e importante: se abbandoniamo i timori per una sfida che si annuncia impegnativa e pensiamo al valore della posta in gioco, vincere a Roma per ridarle la dignità di capitale, allora saremo capaci di fare individualmente passi indietro pur di dedicarci con decisione all’obiettivo comune, e di dar voce alla speranza di cambiamento dei cittadini romani che i decibel dei concerti veltroniani faticano sempre più a soffocare.
*vicecoordinatore regionale di Forza Italia

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