«Dato storico, questa è la fine del monopolio»

da Milano

Lui, Mauro Sabbi, è l’uomo che ha traghettato i delegati della Cgil dal sindacato rosso all’Ugl. Li ha conquistati a poco a poco e anche se sanno che è un lettore del Secolo, gli rendono onore sulle pagine del manifesto. «L’idea di scegliere l’Ugl è venuta dall’incontro con il segretario nazionale Gomma e plastica, Sabbi, che vanta un’esperienza aziendale e sindacale trentennale nel settore e ci ha fatto un’ottima impressione di equilibrio e competenza». Un panegirico per il sindacalista che arriva dagli uffici della Goodyear e sfoggia la cravatta anche durante le manifestazioni.
Come li ha convinti a passare all’Ugl?
«Si sono rivolti a noi come ai Cobas per risolvere la situazione molto pesante di un sindacato che interveniva nella vita quotidiana e obbligava i rappresentanti interni ad adattarsi. La trattativa è andata avanti per oltre cinque mesi, prima che si sentissero garantiti».
Problemi politici? Come li avete superati?
«Siamo un sindacato e le appartenenze ai partiti non ci interessano. Loro non hanno nascosto la propria fede politica, alcuni ci hanno detto che comprano l’Unità. Noi abbiamo risposto che non abbiamo alcuna preclusione e che siamo disponibili ad accogliere tutti».
Ma non siete il sindacato della destra?
«Lo statuto dell’Ugl, in una norma voluta dal nostro segretario Polverini, chiede di scegliere tra politica e sindacato. Abbiamo fatto scioperi anche contro il governo Berlusconi, sette se non ricordo male. E poi non si può continuare a odiarsi».
Avete eletto nove rappresentanti nella Rsu della Pirelli Bicocca. Tutti colletti bianchi?
«Ci sono anche due operai, un manager dell’informatica e due donne. È una squadra ben assortita, in grado di affrontare tutte le problematiche legate al lavoro di una grande azienda».
Come si spiega questo successo dell’Ugl?
«Questo è un risultato storico, eccezionale, che infrange un monopolio più che centenario della Cgil. Credo che abbia vinto la linea di separare il sindacato dalla politica.

Siamo soddisfatti anche di altri movimenti meno clamorosi ma altrettanto importanti. Ormai siamo il terzo sindacato dopo Cgil e Cisl. Nei fondi chiusi prendiamo voti anche nelle aziende in cui non abbiamo rappresentanti».

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