Esteta e visionario, strabordante e non omologabile, scomodo e intellettuale, provocatore e ricercatore: questo e molto di più è David Lynch, uno degli autori più interessanti e meno scontati del panorama hollywoodiano moderno. O lo ami o lo detesti; non è regista da mezze misure, insufficienti, del resto, per contenere una creatività che ti spiazza. Al geniale sessantenne del Montana, la Fondazione Cineteca Italiana rende, allo spazio Oberdan, da oggi al 25 gennaio, con la preziosa collaborazione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, omaggio con una interessante rassegna che permetterà, oltretutto, allo spettatore di godere di materiali rari o, in alcuni casi, inediti nel nostro Paese. Un'occasione preziosa per ripercorrere, attraverso un cammino composto da 11 lungometraggi, 8 cortometraggi e 3 documentari, la carriera cinematografica di uno dei talenti più puri degli ultimi trent'anni. Oggi (con replica il 6 e il 18), si parte con la chicca dell'episodio pilota della serie televisiva i Segreti di Twin Peaks (1990), che un lavoro di montaggio e postproduzione ha trasformato in un film compiuto; sempre oggi (ma con replica anche il 7 e il 18), si potrà gustare The elephant man (1980), opera seconda e in bianco e nero, di una bellezza unica, che ribalta il concetto di paura generato dal mostro trasferendola nel «diverso», terrorizzato dall'idea di far paura agli altri. La giornata inaugurale si chiude con la proiezione del commovente Una storia vera (1999), replicato il 19 e il 25. Il giorno successivo è in cartellone Eraserhead-la mente che cancella (1978) che fu il primo lungometraggio girato da Lynch, film le cui riprese durarono ben quattro anni. Distribuito solo come «midnight movie» (le proiezioni di mezzanotte riservate alle pellicole che difficilmente trovano una diffusione commerciale) il film venne visto da un produttore della Brookfilm (la casa di produzione di Mel Brooks) che gli diede fiducia finanziandogli The elephant man. Sempre giovedì (ma anche il 10 e il 17) sarà mostrato Strade perdute (1996), caso emblematico del suo cinema sperimentale e destrutturato, anche se il risultato fu deludente. Venerdì sarà il giorno di Twin Peaks-fuoco cammina con me (1992) prequel della famosa serie Tv che lo lanciò nell'Olimpo della cronaca. Sabato (ma anche l'11 e il 14) ecco Velluto blu (1986), uno dei capolavori girati da Lynch, sintesi poetica del suo genio visionario. Domenica non perdete Mulholland Drive (2001) che rappresenta, per certi versi, l'apice e la summa della sua cinematografia, premiato, a Cannes, per la regia. L'11, sarà proiettato Cuore Selvaggio (1990), Palma d'Oro a Cannes e probabilmente uno dei film meno destabilizzanti di Lynch; è la storia d'amore di Sailor e Lula, novelli Giulietta e Romeo di fine millennio. Venerdì 12, protagonista sarà Hotel Room (1992), film a episodi che hanno luogo nella stessa stanza d'albergo in periodi e anni diversi, pensato per la televisione da Lynch e da Monty Mongomery. Il 13 spazio ad una delle chicche della rassegna, ovvero la versione integrale di Dune (1984), il kolossal fantascientifico che si rivelò un flop al botteghino. Tra le opere mai viste in Italia, la Cineteca offre anche 8 cortometraggi che consentono di approfondire ed esplorare altre strade percorse dall'autore.
Tra questi, val la pena segnalare quelli degli esordi, ovvero Sei uomini che stanno male, The alphabet e The Grandmother. Infine tre documentari inediti che raccontano la cinematografia del regista attraverso gli occhi di chi ha lavorato con lui.David Lynch inedito
da oggi al 25 allOberdan
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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