De Corato avverte: «Centro d’espulsione da fare a Malpensa»

«Non si può coprire le falle di un sistema cronicamente insufficiente come la rete dei Cie con soluzioni dell’ultima ora chieste ai Comuni, come l’apertura di un centro per i profughi nella caserma di viale Suzzani. Maroni apra una struttura di accoglienza a Malpensa, da dove sarebbe più facile espellere poi i presumibili tanti clandestini». Torna a chiederlo il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. «Se è vero come dice il ministro dell’Interno - spiega De Corato - che dei 6.300 extracomunitari arrivati a Lampedusa (di cui 6200 tunisini), solo 200 hanno chiesto asilo, ovvero il 3%, ciò significa che il 97% degli arrivati bisogna poi rimandarli indietro. Dunque la questione investe prettamente le strutture di identificazione ed espulsione che attualmente sono 13 e con una capienza di 1920 posti (cui vanno aggiunti altri 6000 posti sparsi lungo lo Stivale tra i Centri di accoglienza e i Centri di accoglienza richiedenti asilo). Numeri assolutamente inadeguati, e non da ora, a causa dell’emergenza del Maghreb. Basterebbe raffrontarli ai 50 mila clandestini presenti a Milano dove via Corelli (123 posti) è perennemente sold out». «A Milano, dice il settore Statistica del Comune - spiega De Corato - ci sono 27.821 egiziani, 1596 tunisini e 81 libici. Soggetti regolari. Che però fungeranno da polo di attrazione per un’ondata che si preannunzia senza precedenti con il rischio di mandare ko la città. Il ministro dell’Interno aveva garantito la costruzione di 10 nuovi Cie entro il 2009 ma finora non si è visto nulla.

Ed era stato lo stesso Maroni, in una perfetta disamina, a dire che in fatto di localizzazione fossero da privilegiare le aree aeroportuali, in modo da facilitare i rimpatri. Ci sono pertanto tutti gli elementi necessari che indicano come opportuna l’idea Malpensa. Che, sempre a detta del ministro, è poi la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina dopo Lampedusa».

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