De Corato «Un Cie a Malpensa» La Lega: «No, tocca agli altri»

Dopo la rivolta e la fuga dal Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli il Comune torna a chiedere di un nuovo Centro in Lombardia, per far fronte all’emergenza clandestini. È il vicesindaco Riccardo De Corato ad avanzare al governo la richiesta del secondo Cie lombardo. La localizzazione preferita dal Comune, anche per rendere più agevole il trasferimento e l’espulsione, è un’area vicina a Malpensa, fra l’aeroporto e il Comune di Somma Lombardo. Ma sulla richiesta, e anche sulla localizzazione, il Comune deve vedersela con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, varesino, che ha già fatto sapere di considerare prematura l’apertura di un secondo Cie in Lombardia. Secondo il ministro leghista è meglio completare prima il piano che prevede l’apertura di Cie nelle regioni che ancora ne sono sprovviste.
Il chiarimento di Maroni è di pochi giorni fa. Ma oggi il Comune torna alla carica: «È grave l’ episodio di questa notte al Cie di via Corelli dove degli immigrati hanno messo in atto una rivolta che ha permesso a 3 di loro di fuggire - premette De Corato - Una rivolta che, guarda caso, ha le stesse dinamiche di quella accaduta a Gradisca. E che ripropone con urgenza la questione dell’insufficienza dei centri di identificazione ed espulsione in Lombardia e al Nord rispetto all’enorme flusso di clandestini da espellere. È necessaria subito una nuova struttura che, ribadisco, potrebbe sorgere vicino a Malpensa così da rendere più immediate e snelle le procedure di espulsione». «Malpensa - spiega De Corato - a detta dello stesso ministro Maroni è la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina dopo Lampedusa. Anche i numeri dicono che a Milano sono presenti 50 mila irregolari secondo la Cgil, mentre nella Lombardia sono 150 mila, pari a quelli dell’intera Grecia. E a fronte di un così ampio bacino di immigrazione abbiamo solo 338 posti, di cui poche centinaia in via Corelli, ospitati nelle tre uniche strutture presenti al Nord. Se è giusto che ogni Regione abbia una propria struttura, è necessario potenziare quelle presenti al Nord per non rischiare di rendere meno incisiva la lotta alla clandestinità».
Così Palazzo Marino. Ma sulla posizione di Maroni è schierata la Lega, probabilmente sensibile anche alle proteste dei Comuni vicini a Malpensa, che non vedono di buon occhio un nuovo Cie, e anzi sono già sul piede di guerra per i disagi che alla popolazione locale costa, in termini di traffico e rumore, la vicinanza con le piste dell’hub lombardo. Se il ministro dice che dobbiamo aspettare è chiaro che dobbiamo aspettare - commenta da leghista Davide Boni, che è presidente del Consiglio regionale - piazzare un Cie intorno a Malpensa poi non è certo facile.

Inoltre si deve considerare che il problema è proprio la carenza di Cie in altre regioni, che sprovviste di strutture spediscono gli immigrati irregolari in Lombardia. Per questo l’apertura di nuovi centri nelle altre regioni sarebbe un alleggerimento».

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