Domenica 24 giugno nel calendario della settimana della moda uomo, alle ore 12, è prevista, nel palazzo di via Pontaccio, la sfilata di Gianfranco Ferrè. Ci stava lavorando alacremente. Come sempre. Fino a venerdì, fino a quando si è sentito poco bene e ha preferito farsi ricoverare allospedale San Raffaele, nel reparto dalla sua amica e medico Ornella Melogli. In pochissimo tempo la situazione è precipitata e il referto spietato: emorragia cerebrale.
Le notizie si sono susseguite e accavallate fino a ieri pomeriggio. Non si sapeva cosa stesse accadendo dietro la porta della rianimazione dove era stato portato di corsa, il reparto super attrezzato diretto dal professor Giorgio Torri. Cerano poche speranze che si andavano affievolendo sempre di più. Lo stilista-architetto che giovedì scorso ha tenuto una brillantissima lezione al Politecnico su stile e architettura davanti a centinaia di studenti, non ce lha fatta. Nessuno si illudeva, le condizioni erano davvero disperate. La situazione del tutto compromessa; questo era quanto trapelava tragicamente dalla cortina di riservatezza. Una privacy che, nei limiti del possibile, tutti cercano di rispettare: Gianfranco Ferrè, che avrebbe compiuto 63 anni il prossimo 15 agosto, ha vissuto con vecchia discrezione lombarda perfino i momenti più brillanti del suo successo e ora tutti tendono ad adeguarsi al suo stile. Così come tutti lo ricordano con immenso affetto. Tra coloro che hanno conosciuto Gianfranco Ferrè sin dai suoi esordi nella moda, cè Beppe Modenese, uno dei principali artefici del successo del prêt-à-porter made in Italy, a lungo presidente dellaCamera Nazionale della Moda.
«Ricordo - racconta Modenese - che andai a vedere la prima sfilata di Gianfranco Ferrè a Milano. Mi ricordo bene la sua Collezione blu, era il 1978, io ero con Rudy Crespi e gli dissi subito: Questo è uno che farà strada. Dopo la sfilata lo volli conoscere, gli parlai. In seguito fu lui a cercarmi e a chiedermi di aiutarlo». Il sodalizio di lavoro tra Ferrè e Modenese è durato circa un decennio, e dopo è rimasta una grande amicizia, «unalleanza di fondo». Per Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, «è un grandissimo dolore. Era uno dei più bravi, mai allineato, sempre diverso. Straordinaria la sua ultima collezione. Abbiamo fatto tante cose insieme, provato le stesse emozioni. È una tristezza profonda». Lo ricorda Bob Krieger, il fotografo della moda. «Un grande amico di percorso, abbiamo fatto tutto insieme. Nei miei servizi sul New York Times era la massima figura con Armani. Indimenticabili le sue camicie bianche e i cappotti di raso rosa».
E cè la sua ex modella Viviana Lecchi Larini: «Presentò per la prima volta 13 abiti neri nella Creperie lElefante di via San Maurilio. Era timido ed emozionatissimo, faceva fatica ad allacciarci gli abiti. Un grande dolore».
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