Debutto italiano per la media C30

Trazione integrale, motori sempre più prestazionali, design esclusivo: la svolta è in atto

Piero Evangelisti

La rapidità con cui Volvo ha rinnovato la sua gamma negli ultimi anni ha dello stupefacente. Trazione integrale, dinamiche berline intermedie, motori sempre più prestazionali progettati autonomamente, un Suv e una profonda evoluzione dello storico concetto «station wagon». E ora anche la revisione totale dell’ammiraglia, la S80, lanciata a fine ’98, tra molte incertezze, in un clima che preludeva al passaggio di Volvo Cars nel Gruppo Ford. Il rinnovamento della S80 è radicale, perché parte dalla piattaforma, quella che a Göteborg definiscono «large», pronta a equipaggiare nei prossimi anni altri modelli Volvo di taglia superiore. Gli esperti sostenevano che già il precedente pianale fosse un vero benchmarking del segmento, ma gli ingegneri svedesi hanno voluto fare di più. Ma per far comprendere all’automobilista tutta questa sostanza era indispensabile mettere mano al design della vettura, conferendole più dinamismo, renderla, insomma, più sportiva e meno statica. Aggressivo, ma con eleganza, è il cofano anteriore, più bombato, rispetto alla prima serie, per ridurre i danni ai pedoni in caso di collisione; una linea ideale congiunge i potenti proiettori anteriori ai gruppi ottici posteriori, che conservano la forma ormai comune alla maggior parte delle Volvo.
All’interno si respira un’aria pura (anche letteralmente grazie ai numerosi dispositivi di filtraggio inseriti), quella del lusso scandinavo, autentico, non mediato attraverso eccessi di minimalismo e razionalità: sulla nuova S80 troviamo quindi materiali pregiati usati in abbondanza, abbinamenti cromatici adatti anche al gusto mediterraneo e sellerie che accoppiano efficacia di ritenuta ad un comfort a cinque stelle. Non manca però nulla per quanto riguarda la tecnologia, con display e comandi posizionati secondo i criteri della massima ergonomia.
Arrivare al capitolo sicurezza, quando si parla di Volvo, è come scoprire sempre qualcosa di nuovo dove, nel caso della S80, compaiono tante criptiche ma importanti sigle: da CWS a ACC, da Blis a PCC, fino a Four C. Le prime due definiscono dispositivi che lavorano per prevenire la collisione tra chi guida la S80 e il veicolo che precede, utilizzando l’innovativo «cruise-control» adattativo (evoluzione del regolatore automatico della velocità) e il CWS, che provvede al rallentamento dell’auto avvisando, con segnali sempre più percepibili, il conducente del rischio al quale va incontro. Il Blis avvisa con una spia luminosa la presenza di un mezzo (anche una bici) nel campo non coperto, a volte, dai retrovisori laterali, mentre PCC è il sistema di comunicazione che permette al proprietario di interagire con la vettura anche quando non è a bordo dell’auto. Four-C è invece un telaio speciale, sviluppato per equipaggiare le S80 AWD a trazione integrale, ma ideale anche per esaltare tutti i propulsori proposti per la grande svedese che arriva in questi giorni nelle concessionarie italiane. Mancherà, all’inizio, un nuovo gioiello della tecnologia svedese, il 6 cilindri in linea, 3.2 litri, a benzina, capace di erogare una potenza massima di 238 cv, abbinato al cambio automatico/sequenziale a sei rapporti. Al momento del lancio ci sarà il V8, 4,4 litri (315 cv, mai raggiunti da una Volvo di serie), supportato dal turbo 2.5 (200 cv), per gli amanti del benzina.

Star assoluta sarà invece la S80 con il D5 di ultima generazione, propulsore turbodiesel accreditato di una potenza massima di 185 cv e di una coppia massima di 400 Nm a 2.750 giri/min. Tre sono i livelli di allestimento: Kinetic, Momentum e Summum. Numerose, infine, le possibilità di personalizzazione, in un range di prezzi che va da 30mila a 50mila euro.

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