Una decisione lunga sei mesi

L’attesa sembra finita. Letizia Moratti, come aveva promesso al premier, sarà la candidata della Casa delle liberta per palazzo Marino. La lunga pausa di riflessione del ministro dell’Istruzione che aveva subordinato ogni sua scelta alla conclusione della riforma scolastica che porta il suo nome sembra così terminata. Una suspence durata sei mesi
È il 6 maggio quando Silvio Berlusconi dà l’annuncio della sua candidatura: «Lo abbiamo deciso stasera, Letizia Moratti sarà il sindaco di Milano». Il premier parla a Catania, città in cui si trova per sostenere il candidato della Casa delle libertà Scapagnini per il voto che ci dovrà essere la settimana successiva. «La signora Moratti - aggiunge Berlusconi - è un ottimo candidato e spero davvero che possa diventare il sindaco della città». È un’investitura un po’ a sorpresa che viene accolta con soddifazione tra i ranghi di Forza Italia e dallo stesso sindaco Albertini che già aveva inserito nella probabile lista dei suoi successori il nome del ministro dell’Istruzione. Tutti d’accordo sulla scelta, un po’ meno sul metodo. Ignazio La Russa di An si affretta a precisare che si tratta di una «precandidatura» mentre Matteo Salvini (Lega) mette i puntini sulle «i»: «Ipotesi buona ma preferirei che il nome fosse scelto da tutta la coalizione». A metà maggio c’è una nuova puntata che però non ha un seguito: si parla di Letizia Moratti subito nella squadra di giunta a Palazzo Marino, un trampolino per spianarle la strada verso le amministrative.

Non se ne fa nulla, dopodiché le acque si calmano in attesa che il ministro sciolga le riserve e dia ufficialmente la sua disponibilità a «correre». Che ora sembra davvero arrivata. La Cdl ha il suo candidato per Palazzo marino: quello che tutti si auguravano.

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