Delbono teme il ballottaggio dopo la fuga di Cofferati

Vista da fuori, la corsa dei democratici a Bologna non dovrebbe destare preoccupazioni. Il centrodestra è spaccato su due candidati, Giorgio Guazzaloca e Alfredo Cazzola. Il centrosinistra invece schiera la vecchia Unione a sostegno del prodiano Flavio Delbono. Vista da dentro però, la situazione è da fibrillazione. Perché Bologna è uno di quegli argini che devono tenere per forza, o il segnale sarà da cedimento strutturale. E la parola d’ordine è evitare il ballottaggio, «se non vinciamo al primo turno abbiamo chiuso», avvertono i dirigenti, reduci da una fuga, quella di Sergio Cofferati, che certo non ha aiutato l’immagine del partito. Invece, se pure gli ultimi sondaggi siano rassicuranti per Delbono, i due avversari promettono di attirare consensi ben oltre la propria parte politica. Guazzaloca è l’uomo che Bologna la strappò per primo al centrosinistra che qui non aveva mai perso. Cazzola, ex patron del Motor Show e candidato Pdl, è sceso in campo all’urlo di: «A Bologna vinco, prendo anche i voti del centrosinistra».

C’è poi che persino qui, in casa di Romano Prodi o forse proprio perché questa è casa sua, il Pd non viene considerata una carta vincente da giocare, con Delbono che sui manifesti ha messo la propria faccia, ma non il simbolo del partito.

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