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Delitto di Varese, Piccolomo: sono musulmano

Resta in carcere l'uomo sospettato dell’omicidio della pensionata Carla Molinari al cui corpo sono state tagliate le mani il 5 novembre scorso. E alla polizia penitenziaria avrebbe detto di essersi convertito all'islam

Delitto di Varese, Piccolomo: sono musulmano

Milano - Rimane in carcere Piccolomo, l’uomo sospettato dell’omicidio della pensionata Carla Molinari al cui corpo sono state tagliate le mani il 5 novembre scorso. La custodia cautelare in carcere è stata disposta dal gip di Varese Giuseppe Fazio, su richiesta del pm Luca Petrucci. Il giudice non ha convalidato il fermo in quanto non sussisterebbe il pericolo di fuga ma comunque ha disposto il carcere in considerazione dei gravi indizi di colpevolezza.

"Sono musulmano" Questo avrebbe agli agenti della Polizia penitenziaria alla domanda prima di servire il suo primo pasto da detenuto. Una richiesta che viene fatta perchè ai credenti di altre fede musulmana viene preparato un pasto privo di carne di maiale e non accompagnato da vino. Se l’avvocatessa Simona Bettiati ritiene il particolare privo di qualsiasi valenza nell’ambito dell’inchiesta, la sua presunta conversione religiosa non era un gran mistero, soprattutto fra gli avventori del bar del centro commerciale cocquiese diventato quasi la sua seconda casa, una conversione che sarebbe arrivata dopo il suo secondo matrimonio quando, sposò la donna marocchina (ex colf di casa) con la quale gestiva la pizzeria non lontana dalla villetta dell’orrore e dove ebbe modo di conoscere Carla Molinari. Non risulta, comunque, frequentasse moschee o luoghi di culto musulmani. Risulta invece, dalle testimonianze del bar che trascorreva interi pomeriggi seduto al tavolino con la Gazzetta dello Sport fra le mani. Particolarmente "devoto" al Milan, c’è chi lo ricorda vestito da diavolo con in mano il tridente in plastica. Proprio questo attrezzo sarebbe stato l’origine di un’accesa discussione con il custode di un museo che gli chiese di lasciarlo fuori.

"Prenderanno il primo che passa..." "Vedrai che i carabinieri prenderanno il primo che passa, lo mettono dentro e non potrà che chiedere la clemenza della Corte". La conversazione, colta dagli agenti della Squadra mobile e finita in una annotazione di polizia giudiziaria, secondo l’accusa dimostra la consapevolezza che il depistaggio messo in atto dall’uomo avrebbe potuto sortire effetti. Piccolomo, infatti, avrebbe messo nell’appartamento di Carla Molinari quattro mozziconi di sigaretta di marche diverse che aveva prelevato da un posacenere in un centro commerciale. Questo con l’obiettivo di complicare le indagini. L’annotazione fa parte della richiesta di convalida del fermo depositata nei giorni scorsi dal pm Luca Petrucci. Ieri, nel corso dell’udienza di convalida del fermo, l’accusa ha anche depositato le dichiarazioni rese dalle due figlie che Piccolomo ebbe dal primo matrimonio con Marisa Maldera, morta in un incidente d’auto nel febbraio del 2003. La donna finì carbonizzata mentre Piccolomo riuscì a salvarsi.

Ieri Nunzia e Cinzia Piccolomo hanno detto di essere convinte che il padre sia responsabile della morte di Carla Molinari e anche di quella della madre.

 

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