Detassati investimenti per 20 miliardi

La detassazione del 50% degli utili d’impresa reinvestiti costerà alle casse statali 4,3 miliardi di euro in tre anni di minori introiti fiscali, ma l’intera manovra approvata venerdì scorso dal Consiglio dei ministri avrà effetti positivi sui saldi di finanza pubblica, che nel triennio 2009-2011 migliorano complessivamente di 1,4 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’indebitamento netto - cioè il deficit - la differenza tra il totale delle entrate e quello delle spese è uguale a zero. Dunque il decreto dovrebbe avere un effetto positivo per l’economia - si stima in 20,5 miliardi il volume di investimenti che potranno beneficiare della detassazione - senza gravare sui conti pubblici.
Insoddisfatta invece l’Abi: per il presidente Corrado Faissola, le norme sul massimo scoperto si muovono in direzione «anti mercato». Il decreto prevede che possa essere utilizzata subito (cioè a partire dalla scadenza del 6 luglio prossimo) la modalità di pagamento rateale anche per il versamento dell’Iva da adeguamento agli studi di settore. La «stretta» sulle compensazioni Iva potrebbe valere a fine 2011 maggiori entrate per un miliardo, mentre sul fronte delle spese i rimborsi ad azionisti e obbligazionisti Alitalia costeranno 230 milioni, anche se gli oneri sono spostati al 2010. Per le missioni di pace all’estero, il decreto stanzia 410 milioni fino al 31 ottobre, mentre per l’operazione «Città sicure» arrivano 67,2 milioni nel 2009-2010. Tutte queste cifre sono contenute nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento. In prospettiva, lo Stato potrebbe addirittura risparmiare grazie alla norma che accelera i pagamenti delle Pubbliche amministrazioni nei confronti delle aziende creditrici.

Infatti, la misura «potrebbe avere a regime riflessi positivi per lo stesso bilancio pubblico - si legge nella relazione - nella misura in cui la concorrenza e la riduzione degli oneri finanziari sopportati dalle imprese potrà spingere le stesse a praticare migliori condizioni di prezzo».

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