A Detroit l’Italia delle supercar

La solita sfida tra Usa, Europa e case asiatiche. Si affacciano anche i cinesi

A Detroit l’Italia delle supercar

Piero Evangelisti

da Detroit

Alle ore 9 di questa mattina (le 15 in Italia) cominceranno a essere tolti i primi veli alle novità esposte all’Auto Show di Detroit, stato del Michigan, capitale dell’industria automobilistica degli Stati Uniti. Quaranta costruttori (più numerosi i marchi) da tutto il mondo continueranno poi fino a martedì a rivelare i nuovi gioielli, in un susseguirsi di conferenze stampa e brindisi, mentre il pubblico potrà accedere al Cobo Center a partire da sabato 14 fino a domenica 22 gennaio. Giunta alla 90ª edizione, da 18 anni con il riconoscimento di «Salone internazionale», la rassegna americana si presenta ancora una volta come fantasmagorico mix tra vetture che non usciranno mai dai confini degli Stati Uniti e auto che costruttori europei e asiatici scelgono di presentare in questa strategica vetrina, per poi andare a distribuirle anche nel resto del mondo. In prima fila, ancora una volta, i marchi più prestigiosi dell’industria italiana. Anteprima assoluta mondiale per la concept Miura della Lamborghini, nel quarantennale del mitico modello, prima auto della casa del toro a essere firmata in prima persona da Walter de’ Silva, ora non più soltanto direttore del design del Brand Group Audi, ma anche responsabile del design della casa di Sant’Agata Bolognese. Eccellente la fusione fra tratti che hanno reso inconfondibile il primo modello e il più recente imprinting delle ultime Lamborghini.
Prima apparizione negli Usa della Ferrari FXX, un progetto che va oltre all’automobile, che sarà prodotta in soli 29 esemplari, dieci dei quali (il primo è già stato consegnato) sono destinati a clienti nordamericani, che spenderanno (come gli altri 19) 1,5 milioni di euro per sperimentare gli 800 cv dell’ultimo capolavoro del Cavallino. Potendo contare su un solo esemplare, la Maserati ha deciso di esporre la Birdcage 75 al concomitante Salone di Los Angeles, puntando a Detroit sulla produzione di serie che le ha consentito di chiudere un 2005 da record negli Usa con 2.100 auto vendute (quasi il doppio dello scorso anno) e un’eccezionale prestazione della Quattroporte che, da sola, ha pesato per 1.550 esemplari.
Dagli altri costruttori «premium» europei, che da queste parti devono dunque cominciare a guardare con più preoccupazioni (ovviamente al top di gamma), la casa del Tridente, arrivano il grande Suv Mercedes-Benz GL, la potentissima Bmw Z4 M Roadster (la casa di Monaco porta a Detroit anche una nuova evoluzione, sempre in prototipo, della Mini Traveller) e l’elegante Jaguar XK Convertible, sicuro oggetto di culto sulle coste di California e Florida.
In attesa della grande berlina S80 che farà il suo esordio al Salone di Ginevra in marzo, Volvo, altro marchio del gruppo Ford, espone la C30 (inutile spacciarla come concept) che entro la fine di quest’anno segnerà l’ingresso degli svedesi nella fascia delle compatte di «classe Golf» con un’auto dalla linea veramente accattivante e quasi insolita per Volvo. Sempre nell’ambito del lusso troviamo in veste definitiva la LS 460, quarta generazione dell’ammiraglia della Lexus, mossa da un’esuberante motorizzazione ibrida, che nel design rappresenta un autentico punto di rottura per l’esclusivo marchio della Toyota. E da questa, avviata a divenire primo costruttore mondiale, arriva anche la versione 2007 della più popolare Toyota Camry (anche qui c’è la versione «hybrid»), per sette volte negli ultimi otto anni «auto più venduta» negli Usa, prodotta a Georgetown (Kentucky). Il tema dei vettori energetici alternativi percorre trasversalmente tutti gli stand, anche se con più pragmatismo rispetto a quanto accaduto lo scorso autunno a Tokio, e vede particolarmente impegnata General Motors, dal gigantesco Suv Chevrolet Tahoe al prototipo della piccola Pad.
Punta tutto sui «muscoli» la Dodge (DaimlerChrysler) con la Challenger (anche in questo caso di tratta di un concept), un nome che per gli automobilisti americani ha lo stesso fascino di Mustang. Prototipo a doppia alimentazione anche per Mitsubishi, che affiancherà il Concept-CT MIEV alla nuova versione della Eclipse Spyder. Fascia di mercato nella quale potrà inserirsi in futuro la Urge di Nissan, vettura-laboratorio per un prossimo roadster. Alla Mazda troviamo la crossport CX 7, mentre un’altra giapponese, Honda, che festeggia il premio di «Truck of the Year 2006» assegnato al pick-up Ridgeline, lancia una nuova sfida con la piccola Fit (in Europa Jazz). Sempre più aggressive Hyundai e Kia, con due concept car molto vicine alla produzione di serie: la nuova Santa Fe per la prima e il crossover Soul per la seconda.

Abbastanza tranquillo (fata eccezione per Miura) il gruppo Volkswagen, che per il veicolo a tre ruote GX-3 ha scelto il Salone di Los Angeles, dedicando a Detroit le première continentali di Audi S6 e di Passat Variant. Da sottolineare, il debutto americano di un costruttore cinese, la Geely con il concept 7151 CK, presenza molto discreta ma non per questo meno minacciosa.

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